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Aboliti i programmi di inclusione (da Amazon a Meta) ma Apple dice no

I programmi DEI (Diversità, equità, inclusione) puntano a creare una cultura e un ambiente che rispetti i diritti di tutti ma il ritorno di Trump ha indotto molte aziende ad abbandonarli

  • 12 gennaio, 20:22
  • 12 gennaio, 23:09
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Tim Cook, amministratore delegato di Apple

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Di: ATS/M. Ang. 

Porre fine ai programmi di diversità, equità e inclusione (DEI) dell’azienda? Il consiglio di amministrazione di Apple, di cui fa parte Tim Cook, ha raccomandato agli azionisti di votare contro la proposta del think tank conservatore NCPPR. Lo riportano i media USA.

Apple è in controtendenza rispetto agli altri giganti del tech o ad altre aziende, da quella di commercio elettronico Amazon di Bezos a Meta (casa madre di di Facebook, Instagram e WhatsApp) di Zuckerberg, da Microsoft a Zoom fino ad aziende come McDonald’s, Ford, Walmart, Harley Davidson che - dopo il ritorno di Donald Trump - si sono invece sbarazzati delle loro politiche per la diversità.

I conservatori del NCPPR hanno sottoposto al voto degli azionisti di Apple una proposta “per abbandonare i programmi DEI”, secondo un documento di Apple presentato venerdì all’autorità federale USA preposta alla vigilanza delle borse valori (SEC). Secondo i conservatori, i programmi espongono le aziende a potenziali azioni legali, a seguito di una sentenza del 2023 della Corte Suprema (dove tre giudici sono stati nominati da Trump) contro la discriminazione positiva nelle università - secondo la Corte alcuni studenti erano stati favoriti in quanto appartenenti a minoranze -.

Tuttavia il CdA dell’azienda di Cupertino ha respinto questa argomentazione, sottolineando che Apple ha un programma “ben consolidato” per il rispetto della legge. I membri del CdA hanno accusato il think tank conservatore di voler “microgestire” l’azienda. “La proposta vuole, in modo inappropriato, limitare la capacità di Apple di gestire le proprie operazioni aziendali ordinarie, le persone, i team e le strategie”, si legge in una nota del cda nel quale si sottolinea che l’azienda “offre pari opportunità e non discrimina nelle assunzioni, nella formazione o nella promozione”. La proposta sarà sottoposta al voto degli azionisti durante l’assemblea generale annuale di Apple il 25 febbraio.

Per anni Trump e i conservatori hanno criticato sempre più i programmi statali o delle aziende per promuovere diversità, equità e inclusione tra i lavoratori; programmi che puntano a creare una cultura e un ambiente che rispetti i diritti di tutti e a evitare discriminazioni. Ora che Trump ritorna al potere, a quanto pare, molte grandi aziende hanno deciso di adeguarsi immediatamente al nuovo corso.

Il 7 gennaio, lo ricordiamo, il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, ha annunciato l’addio al fact-checking su Facebook e Instagram in quello che a media e analisti appare l’ennesimo inchino a Trump e al nuovo clima ideologico della destra, che privilegia l’assoluta libertà di espressione sulla lotta contro la disinformazione e l’odio in rete. Zuckerberg in un video sui social (dopo aver preavvisato il team di Trump), ha escluso piani immediati per l’Ue e la Gran Bretagna, dove vigono leggi più restrittive che impongono alle Big Tech di assumere maggiore responsabilità per i loro contenuti, pena sanzioni pesanti. Ora quindi tutte le principali piattaforme social globali, almeno negli USA, sono senza freni, creando un terreno fertile per l’emergente destra tecnocratica, che concentra potere politico e grandi monopoli. A suggellare l’allineamento di Zuckerberg a Trump - cui ha già donato un milione di dollari per la sua cerimonia di insediamento - anche l’ingresso nel cda di Meta, oltre che di John Elkann e Charlie Songhurst, di Dana White: il re degli eventi di arti marziali miste e storico alleato del tycoon.

Tra i donatori annunciati per gli eventi della cerimonia di insediamento di Trump figurano anche il colosso farmaceutico Pfizer, OpenAI (il produttore del chat bot di intelligenza artificiale generativa ChatGPT), Amazon, Meta insieme a società di criptovalute. L’ultimo donatore, va detto, è Tim Cook, di Apple, che ha donato a titolo personale un milione di dollari al comitato che organizza l’insediamento.

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Meta, la marcia indietro di Mark Zuckerberg

Telegiornale 08.01.2025, 20:00

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