Annunciata la morte di Denis Kapustin, capo dei volontari russi

Uno dei più noti miliziani russi che combattono in Ucraina ma al fianco di Kiev è morto sul campo di battaglia: si tratta di Denis Kapustin, 41 anni, conosciuto anche come Denis Nikitin, comandante e fondatore del Corpo dei volontari russi (RDK), un’unità paramilitare composta da russi anti-Putin. Kapustin è deceduto durante una missione nell’Oblast di Zaporizhzhia, ha riferito sabato su Telegram lo stesso RDK, pubblicando una foto dell’uomo accompagnata da un messaggio di cordoglio. La notizia della sua morte, tuttavia, non è al momento verificabile in modo indipendente. Kapustin, riferisce ancora l’RDK in un post rilanciato anche da media ucraini come il Kyiv Independent, è stato ucciso da un drone sul fronte meridionale del conflitto.

Denis Kapustin non era conosciuto solo per aver fondato il Corpo dei volontari russi nel 2022 (corpo che partecipò anche ad incursioni nel territorio russo, come a Bryansk, Belgorod e Kursk), ma soprattutto per essere un famoso estremista di destra, fra i più conosciuti in tutta Europa. Il suo nome di battaglia era infatti White Rex (ovvero “Re bianco”, chiaro riferimento al suprematismo bianco), nome che lo accompagna da anni, fin da quando era un hooligan e, poi, organizzatore di incontri di arti marziali miste in tutto il vecchio continente. White Rex è anche il nome del marchio di abbigliamento che lui stesso ha creato e che si è diffuso in tutta la galassia nera. Cappellini, felpe, magliette e abbigliamento sportivo le cui grafiche alludono al neonazismo e alla purezza etnica.

Il marchio White Rex, come emerso da vari articoli di stampa e come approfondito da una nostra inchiesta multimediale, era pure stato distribuito per molto tempo da una ditta con sede in Svizzera, a capo della quale c’era un estremista di destra elvetico legato a quello che fu il PNOS, una piccola formazione politica apertamente di estrema destra. Kapustin, da anni molto attivo su Telegram prima nel contesto dell’estremismo di destra e successivamente per promuovere le operazioni dell’RDK, è cresciuto in Germania, ma fu proprio Berlino a vietargli, nel 2019, l’ingresso in tutta l’area Schengen ritenendolo un pericolo per l’ordinamento democratico.