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Belgrado: 38 fermi per l’assalto al Comune

Fallisce l’attacco al palazzo – Il presidente Vucic: l’occidente incoraggia i violenti – I politici dell’opposizione in sciopero della fame

  • 25.12.2023, 17:14
  • 25.12.2023, 21:35
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Notiziario delle 17:00 del 25.12.2023

Notiziario 25.12.2023, 17:30

  • Keystone
Di: AP/Reuters/Info RSI 

La polizia della capitale della Serbia ha fatto sapere di avere arrestato almeno 38 persone per le proteste di ieri sera (24 dicembre) davanti al palazzo comunale di Belgrado, durante le quali alcuni manifestanti hanno rotto le finestre a colpi di petra e tentato di penetrare nell’edificio, respinti dalle forze dell’ordine con l’uso di lacrimogeni.

Da giorni l’opposizione denuncia irregolarità nelle elezioni parlamentari e locali del 17 dicembre scorso, dalle quali è uscito riconfermato il partito progressista serbo del presidente Aleksandar Vucic e della premier Ana Brnabic. Il partito nega di avere truccato il voto, ma diversi osservatori occidentali e locali hanno criticato la conduzione del processo elettorale.

Tra i punti controversi, in particolare, c’è la partecipazione al voto dei serbi di Bosnia, che hanno in gran parte la doppia cittadinanza. Alcune migliaia avrebbero partecipato non solo allo scrutinio per il parlamento, ma anche a quello per le amministrative, in particolare a Belgrado, dichiarando residenze fittizie. I serbi di Bosnia tendono a simpatizzare per l’attuale leadership della Serbia e il loro leader, Milorad Dodik, è un aperto sostenitore di Aleksandar Vucic. Dodik ha respinto le accuse affermando che la partecipazione serbo-bosniaca allo scrutinio in Serbia è stata minima.

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Serbia, manifestazioni contro Vucic

Telegiornale 25.12.2023, 20:00

Gli osservatori occidentali e quelli dell’opposizione hanno segnalato casi di voti comperati e di schede precompilate infilate nelle urne. Hanno inoltre criticato l’abuso di risorse statali da parte del partito di Governo e la difficoltà di accesso ai media per l’opposizione. Nonostante Vucic non partecipasse al voto (non si trattava di elezioni presidenziali) il capo dello Stato e leader del partito era onnipresente sui media in queste settimane.

Il principale gruppo di opposizione – Serbia contro la violenza – organizza da giorni sit-in quotidiani davanti alla sede della commissione elettorale centrale. Alcuni esponenti hanno fatto sapere di avere iniziato uno sciopero della fame. Solo ieri le proteste hanno avuto per la prima volta una evoluzione violenta.

Vucic ha scritto su Instagram di avere prove inconfutabili di un legame dei dimostranti con mentori occidentali, senza fornire dettagli. Anche secondo la portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, l’occidente fomenta i disordini.

La Serbia ha in corso trattative per aderire all’Unione europea, ma tra tutti i paesi dei Balcani Occidentali è il più filo-russo. Non ha aderito alle sanzioni occidentali contro Mosca e persegue una propria linea di “doppio binario” tra Bruxelles e il Cremlino. Mosca sostiene le posizioni di Belgrado, anche in riferimento alla sempre aperta questione del Kosovo, che la Serbia continua a considerare una propria provincia ribelle.

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