Il mega-attacco da parte di hacker basati in Cina che sono riusciti ad entrare nei sistemi di uffici del governo federale americano, avvenuto lo scorso 5 giugno, ha permesso di raccogliere dati e nomi di cittadini cinesi in contatto con diplomatici americani e altri funzionari governativi. Un "bottino" prezioso da usare per ricatti e intimidazioni, secondo inquirenti che stanno indagando sull'episodio citati dal New York Times.
L'intrusione ha riguardato in particolare l'ufficio per la gestione del personale delle agenzie federali americane, interessando fino a quattro milioni di dipendenti.
Molti di loro per motivi di sicurezza sono tenuti a fornire indicazioni sui contatti stranieri e sono queste le liste su cui gli hacker avrebbero messo le mani, secondo gli investigatori americani.
ATS/sdr