L’assalto dei coloni israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania ha raggiunto livelli mai registrati prima. Una morsa che si stringe sempre più su famiglie, uliveti e proprietà, mentre aumenta il numero di insediamenti israeliani e avamposti illegali nei territori palestinesi.
I dati dell’ONU lo confermano: più di 1’600 attacchi nel 2025, con oltre 700 palestinesi feriti (il doppio dell’anno scorso). Ma anche moltissimi palestinesi uccisi: 233 dall’inizio del 2025. Tra loro, 52 minorenni. Nell’elenco dei morti anche i due giovani linciati dai coloni l’estate scorsa sulle colline di Sinjil, a nord di Ramallah.
Falò ha raccolto le testimonianze di chi ha subito e subisce tuttora le aggressioni continue delle frange più estreme, violente e radicali dei coloni, soprattutto giovanissimi. Il tutto avviene sotto gli occhi dei soldati israeliani. Che spesso difendono gli aggressori e impediscono l’accesso ai mezzi di soccorso. Il tutto in un clima di totale impunità, al punto che in alcuni villaggi palestinesi i residenti si organizzano per auto-difendersi e pattugliare le proprie terre.
“I coloni possono fare cìò che vogliono impunemente” dice alla RSI Kamel Musallet, cittadino americano padre di Saifullah, il 20enne nato in Florida e ucciso dai coloni a Sinjil. Scuote la testa e aggiunge: “Avremo mai giustizia? Non credo che accadrà”.




