Ci sono voluti tredici anni fra cantieri e rinvii, ma Roma ha potuto inaugurare martedì due nuove stazioni della metropolitana della linea C (la più “giovane” delle tre, quella segnata con il colore verde e che funziona senza conducente). Fra di esse c’è quella - centrale - del Colosseo. L’altra, a poca distanza, è denominata Porta Metronia.
La fermata Colosseo si sviluppa su quattro livelli fino a 32 metri di profondità. Porta Metronia scende fino a 30 metri sotto il piano stradale, su cinque livelli. Nelle intenzioni iniziali, tra l’altro, avrebbe dovuto chiamarsi Amba Aradam, come la battaglia vinta dall’Italia fascista in epoca coloniale, in Etiopia nel 1936, che dà il nome anche a una vicina via.
Le due nuove aperture sono stazioni-museo, che espongono i reperti rinvenuti durante gli scavi per la loro realizzazione, in un’area dall’alta densità archeologica. Angelica Puia, responsabile dell’ufficio restauri del parco archeologico del Colosseo, ha ricordato ai microfoni della RSI che negli scavi del pozzo adiacente alla stazione sono stati trovati anche i resti di una domus, un’abitazione pregiata con il suo impianto termale. Un vero e proprio “viaggio nel tempo”. Per vedere i resti di un vasto complesso militare romano del II secolo d.C a Porta Metronia, bisognerà però attendere la fine dell’allestimento in febbraio.
Il nuovo tratto da San Giovanni a Via dei Fori Imperiali, costato 660 milioni di euro, porta il totale delle stazioni della linea a 24 e la sua lunghezza a 21,5 chilometri. E soprattutto “collega quartieri molto lontani dal centro al cuore della città storica”, ha ricordato ai media il sindaco Roberto Gualtieri. Cambia quindi l’accesso a una delle aree più turistiche della capitale italiana.
L’obiettivo finale è la continuazione verso San Pietro e Roma Nord. Ma quelle stazioni per ora sono ancora un sogno. Prima si dovrà passare da Piazza Venezia, ma qui è ancora un cantiere aperto, iniziato due anni fa, e se tutto filerà liscio la nuova stazione della metro aprirà nel 2033.





