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Elezioni insanguinate in Tanzania

Violenze prima e dopo il voto di mercoledì, i cui risultati non sono ancora noti - I morti sono circa 700 ma è difficile raccogliere informazioni

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RG 12.30 del 31.10.2025 La corrispondenza di Freddie Del Curatolo

RSI Info 31.10.2025, 14:26

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Di: AFP / pon 

Circa 700 persone sono state uccise durante le manifestazioni contro il governo in Tanzania, ha dichiarato venerdì il principale partito d’opposizione del Paese dell’Africa orientale, che rimane sotto una stretta censura, con internet interrotto dalle autorità.

La Tanzania, che ha 68 milioni di abitanti, è precipitata nella violenza mercoledì, giorno delle elezioni presidenziali e legislative svoltesi senza opposizione, poiché i due principali sfidanti della presidente Samia Suluhu Hassan sono stati incarcerati o squalificati.
Un giornalista dell’agenzia di stampa AFP ha riferito di aver udito mercoledì colpi d’arma da fuoco nella capitale economica e città più grande del Paese, Dar es Salaam, mentre centinaia di persone protestavano, incendiando tra l’altro una stazione di polizia. Le proteste si sono poi diffuse in tutto il Paese.

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La presidente Samia Suluhu Hassan al seggio mercoledì

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“Al momento, il numero di morti a Dar es Salaam è di circa 350 e ci sono più di 200 a Mwanza. Sommando i dati delle altre zone del Paese, si arriva a un totale di circa 700 morti”, ha dichiarato all’AFP il portavoce del partito Chadema (abbreviazione in swahili di Partito per la democrazia e il progresso), John Kitoka. Una fonte della sicurezza ha confermato un bilancio simile all’AFP.

Con internet ancora ampiamente bloccato, la raccolta di queste informazioni è estremamente complessa. Diversi ospedali hanno rifiutato di parlare con l’AFP, nel timore di reazioni da parte delle autorità, che non hanno fornito alcun bilancio ufficiale. L’Alto Commissariato ONU per i diritti umani ha invitato venerdì le forze di sicurezza tanzaniane a non usare una forza “non necessaria o sproporzionata” contro i manifestanti, chiamati “criminali” dal capo di Stato maggiore dell’esercito, Jacob Mkunda.

Elezioni “rubate”

Il bersaglio della rabbia popolare è la presidente Samia Suluhu Hassan, salita al potere dopo la morte del suo predecessore John Magufuli nel 2021, e ora candidata ufficiale alle elezioni. Inizialmente lodata per aver allentato le restrizioni imposte da Magufuli, è stata poi accusata di aver avviato una dura repressione contro i suoi oppositori, soprattutto in vista del voto.

I siti di informazione locali non sono stati aggiornati da mercoledì e la presidente Hassan non ha rilasciato alcun commento sui disordini. I risultati delle elezioni non sono ancora noti. Lo spoglio è in corso, con aggiornamenti trasmessi dalla televisione nazionale, che non menziona i disordini ma mostra, prevedibilmente, una vittoria schiacciante del partito al potere CCM.

Sull’isola turistica di Zanzibar, il partito della presidente Hassan è stato dichiarato vincitore delle elezioni locali giovedì sera. Tuttavia, il partito d’opposizione ACT-Wazalendo, arrivato secondo, ha respinto i risultati, denunciando una “frode” e chiedendo nuove elezioni. Un alto dirigente del partito ha dichiarato all’AFP che le urne sono state riempite illegalmente, che alcune persone hanno votato più volte senza documenti d’identità e che i loro osservatori sono stati espulsi dai seggi elettorali.

Il partito ACT-Wazalendo ha potuto partecipare alle elezioni a Zanzibar, ma il suo candidato presidenziale Luhaga Mpina è stato squalificato nella parte continentale della Tanzania. Il partito Chadema è stato escluso dalle elezioni e ha invitato al boicottaggio del voto. Il suo leader Tundu Lissu, arrestato in aprile, è sotto processo per tradimento, un’accusa che può comportare la pena di morte. Amnesty International ha denunciato una “ondata di terrore” caratterizzata da “sparizioni forzate” e “esecuzioni extragiudiziali” prima del voto.

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