Il Comitato russo d’inchiesta ha accusato di “atto terroristico” Ignat Kuzin, l’uomo sospettato di aver ucciso venerdì il generale russo Yaroslav Moskalik nell’esplosione di un’automobile vicino a Mosca. L’arresto è stato annunciato sabato e, secondo il codice penale russo, l’indagato rischia la prigione a vita.
“Il procuratore generale russo ha accusato Ignat Kuzin di (...) atto terroristico, traffico illecito e fabbricazione di esplosivi e ordigni esplosivi”, recita il comunicato del Comitato d’inchiesta, il quale si occupa delle principali indagini russe.
Il Comitato ha riferito che il sospetto avrebbe “riconosciuto la sua colpevolezza” e avrebbe affermato di “essere stato reclutato da agenti dei servizi ucraini, che lo hanno contattato offrendogli una ricompensa di 18’000 dollari”.
Secondo le dichiarazioni rilasciate dal detenuto, riportate dal Comitato d’inchiesta, Ignat Kuzin sarebbe arrivato in Russia a settembre 2023, prima di ricevere l’incarico di eliminare il generale Yaroslav Moskalik, vice capo della Direzione generale operativa dello Stato maggiore delle Forze armate russe.
Venerdì, dopo l’esplosione, le autorità russe avevano denunciato un “attacco terroristico” da parte dei Servizi speciali ucraini (SBU). L’Ucraina, accusata a più riprese di attacchi mirati contro i responsabili militari russi, non ha reagito pubblicamente alle accuse.

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