Georgia, 300 lavoratori sudcoreani rastrellati

Blitz anti-immigrazione negli Stati Uniti in uno stabilimento gestito dai colossi sudcoreani Hyundai Motor e LG Energy Solution in Georgia. Le autorità statunitensi, tramite l’Immigration and Customs Enforcement (ICE), il servizio dogane e immigrazione, hanno arrestato 450 lavoratori, tra cui oltre 300 sudcoreani.

Il raid ad ampio raggio ha provocato la reazione del governo della Corea del Sud che ha espresso “preoccupazione e rammarico”. In una dichiarazione, riportata dall’agenzia Yonhap, il ministero degli Esteri ha affermato che “le attività economiche delle nostre aziende che investono negli Stati Uniti e i diritti e gli interessi dei nostri cittadini non devono essere ingiustamente violati”. “Abbiamo espresso oggi la nostra preoccupazione e il nostro rammarico tramite l’ambasciata americana a Seul”, ha aggiunto il portavoce del ministero Lee Jae-woong, in un briefing con i media.

Le autorità americane hanno spiegato che la retata e gli arresti facevano parte di un’indagine su individui privi di documenti, secondo quanto riportato dai media locali.

Seul ha inviato sul posto funzionari della sua ambasciata e del suo consolato di Washington e di Atlanta, incaricando le missioni diplomatiche locali di istituire una task force per occuparsi e seguire le questioni che stanno emergendo, ha proseguito il ministero.

La Corea del Sud, quarta economia dell’Asia, è un importante produttore di auto e di elettronica e ha molte fabbriche negli Stati Uniti. A luglio, Seul si è impegnata a investire 350 miliardi di dollari negli USA per placare le minacce tariffarie del presidente americano Donald Trump, eletto con la promessa di attuare il più grande programma di deportazione di immigrati nella storia americana.