In Israele vengono commemorati venerdì i 700 giorni passati dal 7 ottobre del 2023. Lo fanno soprattutto i famigliari degli ostaggi che rivogliono indietro i loro cari. E Hamas risponde con un video di due di loro -per le vie di Gaza City, che chiedono la fine dell’occupazione.
700 sono i giorni passati da quando i loro parenti sono stati rapiti e trascinati nella Striscia di Gaza. 700 giorni in cui il Governo israeliano ha reagito radendo al suolo la Striscia, decimando i vertici di Hamas, uccidendo decine di migliaia di civili, ma concludendo poco o nulla per il ritorno a casa degli ostaggi, vivi o morti.
Ed è questo che vogliono i famigliari: riabbracciare chi è sparito da 700 giorni o avere qualcosa da seppellire. Perché dei 47 ostaggi che restano nelle mani dei guerriglieri solo poco meno della metà sono ancora vivi. Ma il Governo è stato e resta sordo alle loro richieste. La priorità è l’occupazione, lo sterminio dei guerriglieri e la cacciata dei palestinesi.
Anche Hamas ha approfittato dei 700 giorni dall’attacco per diffondere un nuovo video con due ostaggi. Le famiglie non hanno ancora autorizzato la pubblicazione ma si sa che dura più di tre minuti. Si vede un ostaggio che guida per le vie distrutte di Gaza City, che chiede al Governo israeliano di fermare l’occupazione della città. L’uomo guida e poi si incontra con un altro ostaggio. Le immagini, secondo Hamas, risalirebbero al 28 agosto. Pochi giorni fa.
Tra le manifestazioni antigovernative spicca anche quella indirizzata al presidente Trump. “Vuoi salvare? Salva. Non parlare”, recita la scritta piazzata non lontano dalla sede diplomatica americana a Tel Aviv. Il premier Netanyahu viene dipinto come un burattino ed il presidente Trump come il burattinaio.
Sabato saranno 701 giorni. Probabilmente nulla cambierà.