Dopo aver flagellato la Giamaica, l’uragano Melissa, sceso a categoria 3, si è abbattuto mercoledì mattina anche su Cuba, Haiti e Repubblica Dominicana, provocando ulteriori distruzioni e morti. Ora punta sulle Bahamas, dove l’impatto è previsto entro oggi.
Ma come si formano gli uragani? Sono prevedibili e per quale motivo sono così pericolosi e distruttivi? Ne abbiamo parlato con Luca Nisi, meteorologo e sostituto responsabile divisione Centro Previsioni Sud di MeteoSvizzera:
Come si forma un uragano e quali condizioni atmosferiche e oceaniche ne favoriscono lo sviluppo?
“L’uragano è per definizione una tempesta tropicale particolarmente violenta. Dopo aver passato lo stadio di tempesta tropicale alcune di esse, fortunatamente sono poche quelle che possono trasformarsi in vero e proprio uragano. Gli uragani vengono classificati su una scala di cinque, dove il cinque rappresenta il livello massimo.
La nascita di un uragano è da ricercare nelle coste occidentali dell’Africa. Sono dei fenomeni che interessano l’equatore per via della presenza di una superficie di oceano particolarmente calda, con temperature indicativamente sopra i 27 gradi, negli ultimi anni anche oltre i 30 gradi.
Tutto inizia proprio da cellule temporalesche che interagiscono fra di loro, iniziano a roteare ed ecco che comincia a formarsi la prima fase di una tempesta tropicale. Su spinta dei venti Alisei, che a differenza delle nostre regioni spingono verso ovest, ecco che il tutto si sposta verso l’Atlantico, quindi verso il Mar dei Caraibi. Questa è spesso proprio la zona dove, solitamente da inizio giugno fino al tardo mese di novembre, questi fenomeni talvolta raggiungono il livello massimo e sono dunque molto distruttivi.”

L'uragano Melissa colpisce Cuba
Telegiornale 29.10.2025, 12:30
Anche quest’ultimo uragano, l’uragano Melissa, si è sviluppato dalle coste occidentali dell’Africa?
“Esatto, al momento abbiamo delle temperature superficiali di tutta la parte atlantica ed equatoriale che mostrano anomalie di temperatura da 2 a 4 gradi. Potrebbe sembrare poco, però a livello di evaporazione di energia è veramente qualcosa di molto, molto ingente. E questi uragani, le tempeste tropicali, trovano proprio la loro energia dalla superficie calda. Quindi la fonte di energia è la presenza di una distesa d’acqua molto importante particolarmente calda, qui chiaramente parliamo di oceano.
L’abbiamo visto anche sul filmato satellitare di Melissa: quando l’uragano tocca la terraferma, o anche delle isole (la Giamaica non è grandissima: la Svizzera ha 3-4 volte la sua superficie) la fonte di energia viene meno. È quasi come un’automobile a cui spegniamo il motore: continua a viaggiare, chiaramente c’è una certa inerzia, però la velocità diminuisce. Allo stesso modo funziona con l’intensità degli uragani.
Poi questa mattina, passando nuovamente sulla porzione di mare che separa la Giamaica da Cuba, ecco che si è nuovamente intensificato. Però chiaramente non ha più raggiunto l’intensità precedente, pur tenendo a mente che ora si tratta di un uragano di categoria 3 o 4, quindi un uragano delle categorie maggiori.”

Un'abitazione distrutta a Santa Cruz, in Giamaica
Quanto incide il cambiamento climatico sulla frequenza e sull’intensità degli uragani?
“Molti ricercatori hanno concentrato le loro ricerche proprio nel tentare di dare risposte a questa domanda. Al giorno d’oggi abbiamo in mano dei dati che sono più o meno solidi e quello che è chiaro è che la frequenza degli uragani non sta aumentando. Qualcuno si potrebbe aspettare che questi fenomeni siano più frequenti . Al momento non è il caso, però quello che sta aumentando è l’intensità media di questi uragani, quindi non più frequenti ma più potenti.
Se diamo uno sguardo agli ultimi dieci anni, nei quali l’Atlantico è stato confrontato con delle temperature superficiali veramente elevate, chiaramente la porzione di uragani di categoria maggiore, quindi parliamo di categoria 4 o 5, è aumentata in modo statisticamente significativo.”
Quali sono gli elementi che rendono un uragano particolarmente pericoloso e come si valutano i rischi principali per la popolazione?
“Spesso, come si può notare anche sui filmati che vengono divulgati grazie alle webcam o alle persone che non riescono a scappare e rimangono concretamente sulle isole, spesso quello che salta all’occhio è sicuramente il vento. Il grosso dei danni e dei morti purtroppo lo fanno le piogge e le mareggiate. Si tratta piogge tropicali quindi parliamo di diverse centinaia di millimetri di acqua in poche ore. Ma soprattutto l’innalzamento del mare, principalmente tra le zone costiere e le isole causato da una parte dalle diminuzioni importanti della pressione atmosferica e dall’altro chiaramente del moto ondoso molto importante.
Gli uragani vengono classificati con due parametri meteorologici: uno è la profondità della zona di bassa pressione. Al momento Melissa, con 892 millibar, si trova al terzo posto in classifica, una classifica molto lunga che è iniziata nel ‘900. Il secondo parametro sono proprio i venti misurati in prossimità del suolo sulla terraferma. Qua Melissa potrebbe addirittura andare a prendere il record assoluto. I dati sono ancora in stato di analisi ma c’è un dato sicuramente interessante: abbiamo toccato i 300 km/h.
Però i cacciatori di uragani del servizio meteorologico americano, per capirci, quelle persone che probabilmente molti lettori hanno visto fare filmati con l’aeroplano all’interno dell’uragano, sembra che abbiano misurato una raffica di vento di oltre 400 km/h. C’è dubbio che si tratti di un errore di misura, ma se questo dato venisse confermato sarebbe veramente un record assoluto che addirittura andrebbe a competere con le velocità dei venti che vengono misurate nei tornado, che sono strutture decisamente più piccole - il tornado nella peggiore delle ipotesi è largo un qualche chilometro, la maggior parte sono larghi poche decine di metri, con melissa si parla di più di un migliaio di chilometri di diametro di tutta la struttura.”

Per le strade di Santa Cruz, in Giamaica
Quanto è difficile prevedere la traiettoria e l’intensità di un uragano come Melissa?
“I dati delle stazioni al suolo combinati con i dati satellitari sono dei dati primari per questo tipo di fenomeno. Se confrontiamo gli uragani con i nostri cicloni extra tropicali o con le nostre zone di bassa pressione, talvolta la previsione della traiettoria è un po’ più precisa.
I mezzi per poter prevedere la traiettoria sono i modelli numerici ad alta risoluzione, che aggiornano la previsione con una con una risoluzione temporale molto importante, anche ogni ora. Diciamo che queste immagini riguardano delle strutture meteorologiche particolarmente violente, particolarmente dinamiche.
“Anche per gli uragani, come per i fenomeni metereologici di casa nostra, più ci spostiamo in là nel tempo, più la previsione è incerta.”






