Il Governo greco guarda con preoccupazione alla guerra in Medio Oriente anche per le possibili conseguenze sui flussi migratori verso le proprie coste. A settembre, prima che iniziasse il bombardamento a Gaza, i palestinesi erano i primi, per numero, tra i richiedenti asilo in Grecia e rappresentavano il 20% del totale.
La comunità palestinese greca conta oggi più di 10’000 persone. Alcune di loro si sono insediate da anni nel Paese, e assistono con il fiato sospeso a ciò che sta accadendo dall’altro lato del Mediterraneo.
Salma Shawa è la direttrice delle attività culturali della comunità palestinese greca. Sua sorella, assieme alla famiglia, è intrappolata a Gaza: “Una parte di me è rimasta lì, ed è così difficile rimanere ad assistere impotenti. Ma in Grecia, per fortuna, siamo stati travolti da un’ondata di solidarietà”, racconta.
Da quando sono iniziate a cadere le bombe sulla Striscia, migliaia di persone hanno manifestato nella città greche a sostegno della popolazione colpita. La Grecia, pur essendo oggi uno stretto alleato di Israele, ha alle spalle una storia di amicizia con la Palestina.
La tensione per ciò che sta accadendo è ancora più forte negli hotspot delle isole, dove vivono circa 3’000 richiedenti asilo palestinesi. “Nei campi c’è un clima di agonia e lutto: molti pensano ai conoscenti di cui non hanno notizie. Questo stress si aggiunge a quello del viaggio traumatico che hanno affrontato”, spiega Christina Psarrà, direttrice della sezione greca di Medici senza frontiere.
Secondo lei è presto per prevedere le conseguenze del conflitto sul fenomeno migratorio: “La popolazione è bloccata nella Striscia. Non sappiamo se in futuro cercherà riparo nella regione circostante, o in Europa. Di certo la presenza dei palestinesi, tra i richiedenti asilo in Grecia, era già una costante”.
Prima della guerra, molti abitanti della Striscia cercavano di raggiungere l’Europa con un visto per la Turchia. Attraversavano il confine con l’Egitto e poi prendevano un areo per Istanbul. Lì non rimaneva che affidarsi ai trafficanti per sbarcare sulle coste greche. Ora la priorità è sopravvivere ai bombardamenti. Ma molti, nella comunità palestinese greca, non escludono che i loro parenti saranno costretti ad abbandonare la propria terra.
“Tutti desideriamo soltanto, un giorno, poter ritornare”, racconta Latif Darwish, professore di economia e membro della comunità.“ Quando un palestinese ottiene il passaporto greco, il primo viaggio che farà è in Palestina: il sogno non finirà mai, finché non istituiremo un nostro Stato”.