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Il doppio obiettivo di Israele in Iran

Inizialmente lo Stato ebraico puntava a siti nucleari, ora invece si parla anche di un cambio di regime per la controparte - Frédéric Encel “Trump in politica estera non ha una colonna vertebrale”

  • Ieri, 20:14
09:37

Ancora missili su Israele e Iran

SEIDISERA 17.06.2025, 18:00

  • Keystone
Di: SEIDISERA - Chiara Savi/M.Mar. 

A cinque giorni dall’inizio delle ostilità tra Israele e Iran sono ancora molti gli interrogativi, uno di questi riguarda gli obiettivi israeliani. Tra di essi figura sicuramente la volontà di distruggere le capacità nucleari iraniane, ma non solo. Il premier Netanyahu ha parlato anche di un possibile cambio di regime per la controparte, ma a cosa punta davvero Tel Aviv? SEIDISERA ha posto questi interrogativi a Frédéric Encel, professore di relazioni internazionali all’Istituto Sciences Po di Parigi.

Sembra che in passato “l’aspetto militare abbia prevalso, come nelle prime 48 ore di questa crisi”, ha detto Frédéric Encel, spiegando infatti che “gli attacchi sono stati contro obiettivi militari”. Ora però ha “l’impressione che Israele abbia un doppio obiettivo”, ha continuato il professore, sottolineando che “oltre a quello militare ci sarebbe anche l’aspetto politico, ovvero la caduta del regime iraniano”. “Gli attacchi delle ultime ore”, invece “mostrano che la questione ha assunto una dimensione politica”.

Pare anche che Netanyahu abbia chiesto al presidente degli USA il via libera per eliminare la guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei. Donald Trump potrebbe aver rifiutato, ma potrebbe cambiare idea come lasciano intendere le sue ultime dichiarazioni su Truth Social. In primo luogo bisogna capire se Trump ha un’opinione, in quanto “il presidente americano in politica estera non ha una colonna vertebrale, non ha un’ideologia”, né “obiettivi seri”, ma “soltanto un’ottica economica e mercantilistica”. Questo, secondo Encel “crea instabilità e incertezza”.

È anche molto probabile che Trump abbia capito che “dai negoziati sul nucleare iraniano non avrebbe ottenuto quel che voleva”, anche perché “gli iraniani cercavano di guadagnare tempo”. Contemporaneamente “l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha dichiarato che Teheran stava aumentando in modo considerevole la sua capacità di arricchimento dell’uranio”, e a quel punto “su pressione di Netanyahu, ha dato il via libera” per attaccare. Ciò non significa necessariamente che “Trump approvi tutto quello che gli chiede Israele”, soprattutto perché “il prisma attraverso il quale il presidente americano prende decisioni in Medio Oriente non è Israele, ma l’Arabia Saudita”.

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