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In Georgia uno scenario già visto

Sogno georgiano ha fatto passare la legge sugli agenti stranieri criticata dalla piazza e in Occidente - Mentre l’opposizione si coalizza, il quadro è tranquillo ma un’escalation è possibile

  • 29 maggio, 17:17
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Una protesta dell'opposizione

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Di: Stefano Grazioli

Sogno georgiano, il partito dell‘oligarca Bidzina Ivanishvili, ha tirato dritto per la sua strada e approvato in maniera definitiva la legge sulle organizzazioni non governative, obbligate a rendere pubblici i loro bilanci nel caso che i finanziamenti dall’estero superino il 20% del totale. Per il Governo una questione di trasparenza di fronte alle ingerenze esterne, per l’opposizione un provvedimento liberticida, copia di quello adottato in Russia che costringe le ONG a registrarsi come agenti stranieri. Sogno georgiano, come previsto, ha ribaltato così il veto della presidente Salome Zurabishvili, non curandosi né delle proteste dell’opposizione in parlamento, né di quelle di parte della società civile in mezzo Paese, tanto meno di quelli che ha definito ricatti da parte di Washington e Bruxelles, cioè le minacce di sanzioni, di fronte a un provvedimento che costituisce un ostacolo al percorso della repubblica ex sovietica del Caucaso verso le strutture occidentali, NATO ed Unione Europea.

Muro contro muro

Il Governo a Tbilisi, forte della maggioranza assoluta in parlamento e con il sostegno, comunque, delle porzioni più conservatrici dell’elettorato e soprattutto della Chiesa ortodossa locale, ha fatto della legge sulle ONG una questione di principio, all’insegna di un’autonomia decisionale che l’opposizione ha bollato al contrario come autoritarismo putiniano. Alle manifestazioni di piazza delle scorse settimane, a grande partecipazione giovanile e sostenute anche dall’Occidente, Sogno georgiano ha risposto con la linea ferma all’assemblea nazionale e gestendo la proteste, sostanzialmente pacifiche, con rigore. Il muro contro muro sulla legge è diventato però lo scenario che accompagnerà il Paese nei prossimi mesi, almeno sino alle elezioni parlamentari e presidenziali in calendario in autunno.

Georgia, approvata la legge sugli agenti stranieri

Telegiornale 14.05.2024, 20:00

Carta georgiana

Zurabishivli, in contrasto ormai aperto con il Governo, definito al soldo di Mosca, ai limiti della crisi istituzionale, ha raccolto già i partiti dell’opposizione, prima su tutti il Movimento nazionale dell’ex presidente Mikhail Saakashvili, sotto l’ombrello di quella che è stata chiamata Carta georgiana, una piattaforma fondata con lo scopo di ribaltare il Governo alle prossime elezioni. Gli ultimi sondaggi davano ad aprile Sogno georgiano, al potere da ormai da dodici anni, in discesa, ma nettamente favorito con circa il 38% dei consensi, davanti all’alleanza del Movimento nazionale con l’altro maggiore partito d’opposizione, Strategia Aghmashenebeli, con il 19%. La situazione rimane però fluida e la campagna elettorale prima del voto è ancora lunga. In ogni caso è chiara la frattura insanabile tra le due fazioni in competizione, con l’opposizione che ha reclutato dalla propria parte sia l’Unione Europea che gli Stati Uniti. La preoccupazione a Bruxelles e Washington è che la Georgia non prosegua nel suo cammino di distanziamento dalla Russia iniziato con la rivoluzione delle rose nel 2003.

Escalation internazionale

Nonostante la narrazione propagandistica sia da parte di Sogno georgiano, impegnato a fare i propri interessi più che quelli del Cremlino, sia dell’opposizione, preoccupata invece a internazionalizzare la protesta, il quadro è rimasto relativamente tranquillo, ma il rischio dell’escalation è dietro l’angolo: lo scenario è quello già visto in altri teatri, uno su tutti quello ucraino, dove il duello politico interno è degenerato in un conflitto armato. La Georgia ha già avuto una guerra con la Russia, nel 2008, quando Saakashvili ha tentato di riportare le regioni ribelli di Abcasia e Ossezia del sud sotto il controllo di Tbilisi, scatenando però la reazione della Russia. Da allora il processo di avvicinamento alla NATO è di fatto congelato e se quello verso l’Unione Europea è sempre andato avanti, adesso rischia di bloccarsi.

Rischio provocazioni

Resta quindi da vedere quello che succederà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, se cioè Washington e Bruxelles adotteranno provvedimenti concreti contro Sogno georgiano, in forma ad esempio di sanzioni diplomatiche o economiche, e se l’opposizione continuerà a riempire le piazze, cercando di mettere ulteriore pressione al governo. A quest’ultimo spetterà di valutare il tipo di risposta su entrambi i fronti: i rischi sono da una parte quello del maggior raffreddamento dei rapporti con l’Occidente e del parallelo spostamento verso Mosca, che sino ad ora ha avuto una posizione tutto sommato distaccata, e dall’altra quello di una scintilla che trasformi le proteste da pacifiche in violente. Le provocazioni sono dietro l’angolo e possono arrivare da qualsiasi lato.

Ancora proteste in Georgia

Telegiornale 28.05.2024, 20:00

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