Una piazza "di tutti", contro il fascismo e la violenza, per la democrazia e il lavoro. Piazza San Giovanni a Roma si è riempita oggi di gente, lavoratori, disoccupati, pensionati e famiglie. Cittadini comuni ma anche molti esponenti delle associazioni e della politica, del centrosinistra e del governo italiano.
All'appello dei sindacati italiani che hanno chiamato alla manifestazione dopo l'assalto di sabato scorso alla sede nazionale della CGIL, considerato un attacco a tutto il sindacato, al mondo del lavoro e alla democrazia, hanno risposto in tanti: 60'000 secondo la questura, 200'000 secondo gli stessi organizzatori.
Nel fiume di persone anche un volto noto del canton Ticino. “Quanto è successo sabato scorso a Roma alla sede della CGIL è inaccettabile. - ha dichiarato alla RSI il segretario sindacale UNIA Giangiorgio Gargantini (guarda il video in apertura di pagina) - È un ritorno indietro di troppi anni nella storia italiana ed europea e quindi era importante per noi essere qui ed esprimere la nostra solidarietà”.
Parola d'ordine "Mai più fascismi"
Al di là dei numeri, la piazza era piena e ordinata, colorata da bandiere e palloncini rossi, verdi e blu, i colori delle tre organizzazioni sindacali. Una piazza pacifica, diversissima da quella che una settimana fa ha messo a ferro e fuoco la capitale, anche se va registrato un nuovo attacco informatico ai siti collegati alla CGIL.
Dal palco sono intervenuti i tre leader sindacali, Maurizio Landini (segretario generale CGIL), Luigi Sbarra (CISL) e Pierpaolo Bombardieri (UIL). La parola d'ordine è "Mai più fascismi". La richiesta al Governo e al Parlamento è quella di sciogliere subito le organizzazioni neofasciste e di difendere la democrazia e la Costituzione, ripartendo dal lavoro.