Il Parlamento iracheno, riunitosi martedì per cercare un accordo sulla formazione di un nuovo Governo di larghe intese, ha deciso di interrompere i lavori, per incontrarsi nuovamente la prossima settimana.
Con questa decisione, di fatto, è stata ritardata l’elezione di un capo del Parlamento e di un presidente della Repubblica, chiamato a scegliere un primo ministro.
All’apertura della seduta inaugurale era presente anche il contestato premier sciita Nuri al Maliki, che non sembra godere di ampio sostegno per formare un nuovo Esecutivo: la sua politica confessionale, infatti, ha portato alla relegazione dei sunniti, in margine a un’offensiva jihadista che ha condotto il paese in una guerra civile. Per la comunità internazionale, la formazione di un nuovo Governo sostenuto da tutti in Irak è urgente, affinché nel paese tacciano le armi e torni il dialogo e la pace.
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