Rotta su Gaza

Minacce di Israele alla flottiglia, “non ho visto nessuno tentennare”

L’intervista a Vanni Bianconi, responsabile di un’imbarcazione svizzera che, insieme ad altre, tenterà di forzare il blocco israeliano e portare aiuti alla Striscia

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Forzare il blocco: parte la Global Sumud Flotilla

Alphaville 02.09.2025, 12:00

  • Keystone
  • Marco Pagani
Di: Alphaville/ludoC 

La Global Sumud Flotillia si prepara a sfidare il blocco navale imposto da Israele su Gaza, tentando di portare aiuti umanitari e un messaggio di solidarietà. L’iniziativa, che coinvolge attivisti da 44 paesi, è una risposta al drammatico peggioramento della situazione umanitaria nella Striscia. E tra chi ha deciso di salpare per raggiungere il territorio palestinese, ci sono anche due ticinesi: Vanni Bianconi e Fabrizio Ceppi, rispettivamente responsabile e skipper dell’imbarcazione “Alfonsina e il mare”, che nei prossimi giorni salperà dalla Sicilia per poi unirsi, dopo giorni di navigazione, alla flottiglia.

E proprio Vanni Bianconi, poeta ticinese, è stato ospite del programma Alphaville di Rete Due: “Non lo facciamo solo per il dolore che sentiamo, non solo per chi beneficerà degli aiuti, ma anche per un senso di cosa succede all’umanità se continuiamo a mentirci in questo modo”, spiega ai microfoni della RSI.

Cos’è, quindi, la Global Sumud Flotilla? “È un’unione di tre organizzazioni, tra cui la Freedom Flotilla, che da anni cerca di rompere l’assedio navale a Gaza – risponde Bianconi – Ci sono 44 nazioni che aderiscono a questa iniziativa pacifica e civile”. Riguardo agli eventi di Barcellona, dove alcune imbarcazioni sono rientrate in porto a causa del maltempo, Bianconi commenta: “Gli imprevisti sono tantissimi. Le tempeste sul Mediterraneo hanno portato a rientrare la flotta partita da Barcellona. Ma è stato emozionante vedere la scorta di 50’000 persone al porto di Genova per la partenza degli aiuti umanitari”.

Bianconi sottolinea la portata dell’iniziativa: “In Svizzera oltre 600 persone si sono proposte per imbarcarsi. La Svizzera contribuisce con cinque navi.” L’azione, aggiunge, unisce attivisti da tutto il mondo e persone di tutte le età.

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Vanni Bianconi

  • Archivio Tipress

Ma la flottiglia affronta rischi concreti. Il ministro israeliano della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha presentato un piano al governo per fermare l’iniziativa, considerata un tentativo di minare la sovranità israeliana e sostenere Hamas. Il piano prevede il sequestro delle navi e la detenzione prolungata degli attivisti arrestati nelle prigioni di Ketziot e Damon, solitamente riservate a quelli che Israele considera terroristi, negando loro privilegi come TV e cibo speciale. “Non permetteremo a chi sostiene il terrorismo di vivere nel comfort”, ha dichiarato Ben-Gvir.

In merito a questo piano da parte di Israele, Bianconi ai microfoni di Alphaville commenta: “È una violazione enorme del diritto internazionale. Mandiamo un appello direttamente ai nostri governi e alle popolazioni per fare pressione affinché si rispettino le regole internazionali”.

Nonostante i pericoli, gli attivisti sono determinati. “Non ho visto nemmeno una persona tentennare – assicura Bianconi - Questo è un atto civile non violento. È fondamentale reagire anche per lo Stato di diritto, insieme alla fede, alla poesia e a qualche altro valore, è ciò che ci rende umani”.

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Radiogiornale delle 08:00 del 01.09.2025: l’intervista a Fabrizio Ceppi, di Bettina Müller

RSI Info 01.09.2025, 09:00

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