“Con la cultura non si mangia”, diceva qualche anno fa un noto ministro italiano. Non la pensa così l’appena riconfermato sindaco di Istanbul, unico politico turco ad avere battuto per ben due volte la compagine dell’onnipotente Erdoğan da 20 anni a questa parte.
La terrazza del nuovo edificio dell'Istanbul Modern a Karaköy, disegnato dall’architetto genovese Renzo Piano e inaugurato nel maggio del 2023.
Un aspetto senz’altro rilevante di questo piccolo “miracolo” politico sta nell’importante investimento culturale su cui il Comune di Istanbul si è speso in questi ultimi cinque anni. Un investimento indirizzato non solo alle classi privilegiate dei vari centri città ma anche alle classi più svantaggiate delle periferie, attraverso la riqualificazione di spazi industriali o storici abbandonati, riconvertiti a luoghi d’arte e cultura. Questo exploit non risolve certo i problemi economici che opprimono la città e, in tal senso, la triviale boutade del noto ministro non trova immediata smentita ma certo è che, senza una popolazione consapevole, arricchita dalla cultura, nessun grande rinnovamento sociale e politico, è possibile; Imamoğlu sembra averlo capito.