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L’Italia si ferma di nuovo

Sciopero generale: stop ai trasporti, ma protestano anche scuola, sanità e stampa – Motivazioni diverse, ma al centro resta la contrarietà alla legge di bilancio del governo Meloni

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La manovra economica che diventerà legge di bilancio è giudicata insufficiente e si rivendica l’aumento dei salari e delle pensioni per far fronte all’aumento delle spese
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RG 12.30 del 28.11.2025 - Il servizio di Francesca Torrani

RSI Info 28.11.2025, 12:14

  • Immagine d'archivio Imago
Di: RG/ATS/ANSA/dielle 

L’Italia si ferma un’altra volta, con uno sciopero generale scattato ieri sera (giovedì) alle 21 in molti settori e che si protrarrà fino alle 21 di oggi. Si fermano i trasporti (dai treni agli aerei) ma anche la scuola, la sanità e la stampa. Le motivazioni sono diverse, ma al centro resta la contrarietà alla legge di bilancio che dovrà essere votata entro fine anno.

Si tratta del primo di due scioperi generali che si terranno nel giro di poche settimane e che fanno seguito alle altre proteste che si sono svolte negli scorsi mesi. Oggi e il prossimo 12 dicembre l’Italia si ferma per un’azione che va da Nord a Sud, promossa da diverse sigle sindacali di base. Si chiedono - citiamo - massicci investimenti nella sanità, nella scuola, nelle università e nei servizi pubblici. La manovra economica che diventerà legge di bilancio è giudicata insufficiente e si rivendica l’aumento dei salari e delle pensioni per far fronte all’aumento delle spese.

Per il trasporto regionale sono garantiti i servizi essenziali previsti in caso di sciopero nei giorni feriali: dalle ore 6 alle 9, e dalle ore 18 alle 21 di venerdì. In generale i trasporti pubblici (treni, aerei, ma anche autobus e metropolitane) sono a rischio di cancellazione o variazione, fatte salve le fasce di garanzia previste dalla legge. Trenitalia e Italo hanno comunicato sui rispettivi portali web le modifiche che riguardano questa giornata, mentre ENAC, l’ente dell’aviazione civile, ha assicurato i voli in partenza dalle 18 alle 21.

Anche i giornalisti incrociano le braccia

A fermarsi oggi è anche la stampa in difesa dei diritti e degli stipendi e per non avere giornalisti ricattabili. La giornata di protesta è stata indetta dalla Federazione della Stampa (FNSI). La mobilitazione è stata decisa per sollecitare il rinnovo del contratto di lavoro scaduto nel 2016. Il sindacato rivendica il riconoscimento anche economico del ruolo che il giornalismo riveste nell’ordinamento democratico e per questo domani sarà in piazza nelle principali città italiane.

“È da venti anni che i giornalisti non protestano - ha sottolineato la segretaria della FNSI, Alessandra Costante -. Vogliamo il mantenimento dei diritti che gli editori vogliono toglierci e la difesa degli stipendi che hanno perso il 20% del potere d’acquisto a causa dell’inflazione”. “Scioperiamo per tutta la categoria, tenendo insieme i dipendenti e i collaboratori - ha proseguito -. Siamo di fronte a grandi sfide tecnologiche. Non voler regolamentare l’intelligenza artificiale nel contratto significa volerla usare per i sostituire i giornalisti”.

In piazza anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli. “C’è una parola che unisce tutti i giornalisti, dipendenti e collaboratori ed è la parola dignità. Se non si restituisce dignità siamo perduti - ha detto -. Ci sono segnali da questa piazza e da tante redazioni che ci dicono che i colleghi sono pronti a riprendersi i diritti. Ci sono editori che tengono giocatori che costano 20 milioni in panchina, editori che tentano la scalata a Generali, editori che posseggono cliniche finanziate dallo Stato. Eppure, nonostante i finanziamenti pubblici, non si trovano soldi per un rinnovo contrattuale”.

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Italia: sciopero generale

Telegiornale 03.10.2025, 20:00

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