La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) dà ragione a Caster Semenya: la Svizzera ha violato i suoi diritti nel procedimento intentato contro di lei dalle autorità sportive internazionali che le avevano imposto di abbassare il livello di ormoni maschili per poter partecipare a determinate gare.
Da oltre dieci anni l'atleta è in lotta con la Federazione internazionale (World Athletics, ex IAAF). La 32enne aveva presentato una denuncia contro la Svizzera, i cui tribunali avevano confermato nell'agosto 2020 che l'atleta iperandrogena dovesse sottoporsi a un trattamento ormonale per poter gareggiare sulla sua distanza preferita, gli 800 metri.
La sudafricana ha invocato diverse violazioni dei suoi diritti davanti alla CEDU e in una decisione pubblicata martedì, Strasburgo ha stabilito che la ricorrente non ha beneficiato nella Confederazione di sufficienti garanzie istituzionali e procedurali che le avrebbero permesso di far valere efficacemente le sue rimostranze.
L'intervista a Vincenzo Martucci (Rete Uno Sport 01.08.2019, 12h30)
RSI Sport 01.08.2019, 12:59
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