Nel 1961 il numero di croci sulla collina vicino a Siauliai era già molto elevato, oltre alla memoria dei famigliari morti, i lituani onoravano anche i connazionali deportati in Siberia per ordine di Stalin. Una pratica che non piaceva all'Unione Sovietica, che più volte bruciò le croci in legno e distrusse quelle in metallo e pietra.
Eppure, giorno dopo giorno, la collina tornava ad accogliere nuovi croci, i cristiani infatti le ricollocavano durante la notte. Nel 1979 un sacerdote coraggioso decise di convocare una processione fino alla collina, il KGB quella volta non fece nulla per impedirlo e quando ci fu il crollo dell'Unione Sovietica, la Collina delle Croci contava già più di 100'000 crocifissi.
Oggi ne conta oltre 400'000 e nel 1993 papa Giovanni Paolo II ha dichiarato: “La Collina delle Croci costituisce una testimonianza eloquente e un avvertimento. L'eloquenza di quel santuario è universale: è una parola scritta nella storia dell'Europa del XX secolo”.