La protesta contro la censura dei social media in Nepal si è trasformata in tragedia. Lunedì, a Kathmandu, la polizia ha disperso con violenza una manifestazione, causando almeno 17 morti e centinaia di feriti. Migliaia di giovani erano scesi in piazza per chiedere il ripristino di 26 piattaforme social bloccate dal governo e per denunciare la corruzione.
La situazione è degenerata quando le forze dell’ordine hanno impedito ai manifestanti di avvicinarsi al Parlamento, utilizzando gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e persino munizioni vere. “Ero venuto per una manifestazione pacifica, ma il governo non ha esitato a usare la forza”, ha dichiarato Iman Magar, ferito da un proiettile al braccio.
Il portavoce della polizia, Shekhar Khanal, ha confermato l’uso di gas lacrimogeni e cannoni ad acqua, giustificandolo con l’ingresso dei manifestanti in una “zona vietata”. Il bilancio finale parla di 17 vittime e circa 400 feriti, di cui un centinaio tra le forze dell’ordine.

Proteste fanno 16 vittime
Telegiornale 08.09.2025, 20:00