I fuochi d’artificio sono rimasti chiusi nelle scatole e i sostenitori democratici hanno lasciato mesti l’avveniristico Javits Center di New York, al termine di una notte che doveva essere di trionfo e che invece, per Hillary Clinton, si è trasformata in un incubo, da cui ancora sembra non essersi svegliata.
La candidata democratica ha trascorso la serata all’hotel Peninsula sulla Fifth Avenue e, benché fosse previsto un suo intervento, non si è presentata davanti ai suoi fan, forse perché ancora non era in grado di affrontare una sconfitta cocente, giunta nonostante una campagna elettorale portata avanti con il forte sostegno della macchina del partito, di uno dei presidenti più popolari di sempre, Barack Obama, della quasi totalità dei mezzi d’informazione e dello star system.
I sostenitori democratici attendono in vano Hillary
Le uniche notizie della sfidante democratica, nella notte, sono giunte proprio dal rivale,
il vittorioso Donald Trump, che alle 03.00 (ora americana), nel suo primo discorso da presidente degli Stati Uniti, ha annunciato di aver ricevuto una chiamata dal segretario Clinton: "Si è congratulata con noi. Ho reso omaggio alla sua combattività.
Abbiamo con lei un debito di gratitudine per quello che ha fatto per il paese”.
La notizia della vittoria di Trump ha sconvolto non solo gli Stati Uniti, ma anche il resto del mondo, tuttavia, man mano che trascorrono le ore, la situazione si va stabilizzando e non solo per via del primo discorso conciliante del presidente-eletto, ma anche grazie alle rassicurazioni dello speaker della Camera dei rappresentanti, Paul Ryan, che ha garantito l'unità del partito repubblicano (affatto scontata fino a pochi giorni fa) e del Congresso nel sostenere la nuova presidenza.
Hillary si è fatta vedere solo alle 11.40 del mattino, in netto ritardo rispetto a quanto concordato al principio, e, introdotta dal suo vice Tim Kaine e da un lungo applauso della folla, è apparsa comunque sorridente, mentre ammetteva di aver perso: "Mi sono congratulata con Donald Trump, dobbiamo accettare questo risultato e guardare al futuro: mi sono offerta di collaborare con il nuovo presidente per costruire un'America che sia di speranza e inclusiva".
Il discorso di ammissione della sconfitta è stato introdotto dal vice Tim Kaine
I veleni della campagna elettorale sono già passati in archivio e
le strade dei due contendenti ora sono inevitabilmente destinate a dividersi: l’outsider Donald Trump studierà da presidente, prima del suo insediamento alla Casa Bianca a gennaio; Hillary Clinton, invece, sarà costretta a riesaminare la sua sconfitta e a capire perché, martedì sera, non è riuscita a rompere quel “soffitto di cristallo” che avrebbe potuto portare la prima donna a sedere nella stanza ovale.
mamo/ATS/Ansa