Nate come semplici faccine per aggiungere un tocco di leggerezza ai messaggi, le emoji hanno conquistato il mondo della messaggistica al punto da meritarsi una giornata tutta per loro. Si celebra il 17 luglio, data scelta perché compare sull’icona del calendario in molte tastiere. Un dettaglio simbolico, che rappresenta però la diffusione capillare di questo linguaggio visivo: ogni giorno, nel mondo, se ne inviano circa dieci miliardi.
Tutto è cominciato nel 1982, quando lo statunitense Scott Fahlman ha proposto i primi simboli testuali per distinguere l’ironia. Le emoji grafiche sono poi arrivate in Giappone alla fine degli anni ‘90 e sono diventate globali con l’iPhone nel 2008.
Oggi le più usate sono il cuore rosso, la faccina che piange a dirotto e la fiamma. Ma i significati cambiano: la generazione Z usa il sorriso accennato in modo sarcastico e il fiore appassito al posto del cuore spezzato.
A settembre il consorzio Unicode potrebbe approvare nuove emoji: tra le candidate, il viso con le occhiaie, la pala, l’impronta digitale e l’arpa.

L’emoji dell’anguria come simbolo del supporto alla Palestina sui social
La corrispondenza 04.09.2024, 07:05
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