Accerchiato dalle opposizioni, criticato all’interno della sua stessa maggioranza, appeso al filo del sostegno dell’estrema destra, il premier François Bayrou ha deciso allora di rivolgersi direttamente ai francesi, per spiegare la manovra di bilancio che prevede economie per 43,8 miliardi di euro. Ma il tentativo di tramutarsi in influencer e salvare il suo mandato non sembra avere grande successo di fronte alla prospettiva di tagli da imporre in tutti i ministeri.
L’obiettivo dell’esecutivo è quello di riportare il rapporto tra deficit pubblico e PIL al 5,4% entro fine anno, e poi al 4,6% nel 2026, mirando al 3% nel 2029. “Bisogna decidere – esordisce Bayrou dal suo ufficio di Matignon – tra gli sforzi da scegliere e i sacrifici da subire”. Un dilemma inevitabile per un Paese che ha conosciuto l’ultimo pareggio di bilancio nel 1974 e che ormai ha raggiunto la soglia di 3’400 miliardi di euro di debito pubblico. Per sottolinearne la vastità con parole semplici, il premier la spiega così: “Ogni secondo del giorno o della notte, il debito della Francia aumenta di cinquemila euro”.
Un modo per preparare l’opinione pubblica a una serie di tagli. Quasi tutti i ministeri dovranno ridurre i rispettivi bilanci, da quello del Lavoro (-9%) a quello delle solidarietà (-6%). Drastica la riduzione per quello dello sport, dell’ordine del 20%. E l’aiuto ai Paesi poveri e in via di sviluppo scende del 16%. Bayrou prevede anche il congelamento degli stipendi dei dipendenti pubblici, riducendone il numero di 3mila unità. Mentre il contesto internazionale ha spinto il suo esecutivo ad aumentare la spesa militare del 13%, per finanziare il riarmo della Francia.
Misure che mettono in ebollizione tutto l’arco parlamentare. Il fronte delle sinistre ormai si muove compatto verso la sfiducia, e voci di dissenso si sono sollevate anche dai partiti centristi che supportano un governo appeso al sostegno esterno, e molto labile, del Rassemblement National di Marine Le Pen. Nel frattempo, sui social si diffonde l’appello a bloccare ad oltranza il Paese dal 10 settembre, mentre il podcast di Bayrou arranca, con appena circa 45 mila visualizzazioni registrate sul canale YouTube.