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Messico e la riforma del sistema giudiziario tra le tensioni

Le proteste non fermano i piani del presidente Andrés Manuel López Obrador alla fine del suo mandato

  • 14 settembre, 17:02
  • 14 settembre, 18:30

Nuove tensioni in Messico

Telegiornale 14.09.2024, 12:30

Di: Laura Daverio 

A due settimane dalla fine del suo mandato presidenziale, Andrés Manuel López Obrador non intende lasciare il posto senza prima firmare 20 riforme costituzionali da lui proposte. Un risultato che non ha potuto conseguire nei sei anni della sua presidenza perché il suo partito, Morena, non aveva i due terzi dei legislatori, richiesti per modificare la costituzione. Ma l’elezione generale del 2 giugno scorso ha cambiato lo scenario e il futuro del paese, dandogli una schiacciante maggioranza.

La riforma più controversa riguarda l’intero sistema giudiziario, passata alle prime ore di giovedì scorso: tutti i giudici, a livello locale e fino alla corte suprema saranno eletti con voto popolare. Non conteranno più la carriera, gli studi o i meriti. Conterà invece la selezione da parte di comitati che danno ampio potere ai partiti, sigillando la propria influenza su un potere che dovrebbe restare indipendente. Si teme anche l’infiltrazione del crimine organizzato nella procedura di selezione, soprattutto nelle zone maggiormente controllate dai cartelli della droga.

Tra le altre modifiche, sarà ampliata la carcerazione preventiva e sarà introdotta la figura del “giudice senza volto” che dovrebbe garantire l’anonimato in casi legati al narcotraffico, ma che suscita timore per la trasparenza dei processi.

Giudici, impiegati dei tribunali e studenti in piazza

Nel tentativo di bloccare la riforma, in tutto il paese si sono moltiplicate proteste di giudici, impiegati dei tribunali e studenti. Allo sciopero hanno aderito anche giudici della Corte Suprema, un atto senza precedenti: sinora quest’ultima ha infatti sospeso le sue attività soltanto durante la guerra civile e il terremoto del 1985, che causò la morte di 5’000 persone.  Ma si va avanti e la riforma entrerà ufficialmente nella costituzione questo fine settimana, insieme ai festeggiamenti in corso per il giorno dell’Indipendenza.

López Obrador, l’unico presidente al mondo ad aver tenuto una lunga conferenza stampa in diretta ogni mattina del suo mandato, si è scagliato pubblicamente contro ogni critica rivolta alla sua amministrazione, includendo il lavoro di magistrati, giornalisti e organizzazioni della società civile. Non sorprende che le sue riforme vadano nel senso di un accentramento di poteri, a scapito di pilastri della democrazia come l’autonomia delle funzioni dello stato.

Ricorre il paragone al recente passato, quando il paese era sotto il controllo PRI (Partito Rivoluzionario Istituzionale) che ha mantenuto il potere per settant’anni consecutivi, finché nel 2000 è stato sconfitto.

La fine di istituzioni indipendenti

Un’altra riforma cruciale cancellerà istituzioni indipendenti. Tra quelle destinate a sparire si conta anche l’Istituto nazionale per la trasparenza, grazie al quale negli anni è stato possibile smascherare casi di corruzione anche ai più alti livelli. L’Istituto nazionale per le elezioni sarà ridotto al minimo e la Guardia Nazionale, responsabile della sicurezza, smetterà di essere un’entità civile passando sotto il controllo dell’esercito, parte del processo di militarizzazione che ha caratterizzato i sei anni di López Obrador.

Riforme draconiane su cui il presidente uscente porrà la firma, ma la cui implementazione penderà sulla presidente eletta, Claudia Sheinbaum, che assumerà il suo mandato il prossimo 1° ottobre. Straordinaria è stata la sua assenza da tutto il processo. Si è pronunciata a favore dell’operato di López Obrador, rimanendo però nell’ombra.

Molti punti interrogativi rimangono su cosa succederà dopo il passaggio di poteri, ma indipendentemente dalla direzione che prenderà la presidenza di Claudia Sheinbaum, le riforme costituzionali avranno un profondo impatto sulle priorità della sua agenda politica.

SEIDISERA del 14.09.2024: Il servizio di Laura Daverio sulla riforma del sistema giudiziario in Messico

RSI Info 14.09.2024, 18:28

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