La Cina ha presentato la sua politica estera alle “Due sessioni”, il suo appuntamento legislativo annuale articolato nella Conferenza consultiva politica del popolo cinese di venerdì e nell’Assemblea nazionale del popolo di sabato. Pechino si propone come un forza di stabilità, di fronte alle incognite commerciali e strategiche portate da Donald Trump. Il nuovo presidente degli Stati Uniti “finora è apparso molto amichevole nei confronti della Cina. C’è una serie di gesti che sono piacevolmente disorientanti, spiega in un’intervista alla RSI Zhou Bo, ex colonnello maggiore dell’Esercito popolare di liberazione e tra le più influenti voci in materia di difesa e postura internazionale cinesi. Il 62enne, ricercatore senior presso il Center for International Security and Strategy della Tsinghua University, è componente fisso delle delegazioni di Pechino a grandi eventi multilaterali come la Conferenza di Monaco o lo Shangri-La Dialogue di Singapore. Ha anche studiato nelle università di Harvard e di Westminster e ha conseguito un master in relazioni internazionali all’Università di Cambridge.
Quali sono questi gesti positivi arrivati da Donald Trump?
“Per esempio, il suo invito al presidente Xi a partecipare alla sua inaugurazione, la sua telefonata al presidente Xi, e le sue parole che se la Cina e gli Stati Uniti lavorano insieme, possono risolvere tutti i problemi del mondo. E per quanto riguarda i dazi, rispetto alla sua minaccia del 60%, certamente questo ultimo 10% è sorprendente”.
Zhou Bo non esclude i rischi di un’escalation, ma crede nella possibilità di un accordo, anche perché Donald Trump ha espresso il desiderio di visitare la Cina entro i primi 100 giorni di mandato. “Credo che il suo desiderio sia sincero - afferma -. Ma dipende anche da ciò che accadrà nei prossimi due mesi. Poiché si tratta di commercio, qualche tipo di compromesso è assolutamente possibile. Questa strategia da “occhio per occhio” non andrà avanti per sempre”.
In molti credono che l’inquilino della Casa Bianca punti al disgelo con la Russia per allontanarla dalla Cina. Pechino ha paura di questo?
“Si può dire che è una favola, oppure che è una totale assurdità. Il momento migliore per farlo era dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, quando la Russia era effettivamente favorevole all’Occidente e il presidente Putin chiese addirittura di entrare nella NATO. Quello era il momento migliore. Ma il momento migliore è passato”.
Qualche dubbio, Zhou Bo sembra invece averlo sul futuro post Putin, che ora sembra semmai preoccupato di ribadire garanzie sulla stabilità del rapporto con la Cina. “È per questo che ha informato il presidente Xi, giusto? Perché si sarebbe preoccupato di come la Cina avrebbe preso la cosa. Non sappiamo per quanto tempo il presidente Putin resterà al Cremlino. Ma di solito un nuovo presidente fa qualcosa per dimostrare che è diverso. È una cosa che capiamo. Ma qualsiasi leader russo dovrebbe riflettere su questa situazione su base bilaterale. Allora cosa può concludere? Perché dovrebbe cambiare una politica che è accettabile per entrambe le parti?”
La Cina potrà svolgere un ruolo utile di peacekeeping in Ucraina
La Cina può giocare un ruolo per la pace in Ucraina?
“Il ruolo della Cina è indispensabile, prima di tutto. Ma in secondo luogo, non si concretizzerà all’inizio. Alla fine, ci sarà un cessate il fuoco. In quel momento, la peggiore paura dell’Ucraina sarà: ok, chi garantirà il cessate il fuoco? E anche la parte russa avrà paura. E la Cina potrà svolgere un ruolo utile di peacekeeping. La Cina potrebbe prendere l’iniziativa ed essere affiancata dai Paesi del Sud globale. Un altro contributo sarà dopo la guerra, con la ricostruzione. La Cina può semplicemente fare le cose più velocemente e a costi inferiori”.
A creare tensione tra Stati Uniti e Cina resta sempre la questione legata a Taiwan...
“Se gli Stati Uniti vendessero armi più avanzate a Taiwan, ovviamente ci sarebbe una forte reazione da parte della Cina continentale. Lo status quo, secondo gli Stati Uniti, dovrebbe essere stabile, non dovrebbe essere messo in discussione. Ma cos’è lo status quo? Lo status quo cambia ogni giorno, con la forza della Cina che cresce”.
L’unilateralismo americano è il miglior collante del riavvicinamento Cina-Europa
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca apre a un possibile miglioramento dei rapporti tra Cina ed Europa?
“Decisamente. L’unilateralismo americano è il miglior collante del riavvicinamento Cina-Europa. E questo tipo di pugnalata alle spalle dell’Europa da parte di JD Vance (il vicepresidente degli Stati Uniti ndr.), all’improvviso, ovviamente farà sì che l’Europa si avvicini alla Cina, anche come una sorta di misura tattica per attirare l’attenzione degli Stati Uniti”.

La Cina e la diplomazia internazionale
SEIDISERA 07.03.2025, 18:00
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