Elon Musk ha lanciato un attacco frontale contro la proposta di legge fiscale del presidente Donald Trump, soprannominata “Big Beautiful Deal”, definendola senza mezzi termini “un abominio disgustoso”. La legge, approvata dalla Camera dei Rappresentanti e ora in discussione al Senato, prevede massicci tagli alle tasse, riduzioni alla spesa sociale e un aumento significativo dei fondi per la difesa e la sicurezza delle frontiere.
Musk, che fino alla scorsa settimana guidava il Dipartimento dell’efficienza governativa (DOGE) – un organo creato per razionalizzare la spesa pubblica – ha espresso il suo dissenso in un post sulla piattaforma X: “Mi dispiace, ma non ce la faccio più. Questa legge di spesa del Congresso (...) è un abominio disgustoso. Vergogna a chi l’ha votata: sapete di aver sbagliato.”
Un divorzio politico annunciato
La rottura tra Musk e Trump, già nell’aria da tempo, si è concretizzata con l’approvazione del disegno di legge che, secondo le stime, aumenterà il deficit federale di circa 3’700 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Un colpo durissimo per Musk, che aveva accettato l’incarico governativo proprio con l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica.
Il disegno di legge colpisce direttamente anche gli interessi economici di Musk: prevede infatti tagli ai fondi per l’energia pulita e la riduzione delle agevolazioni fiscali per i veicoli elettrici, settori in cui Tesla – l’azienda fondata da Musk – è leader di mercato.
Reazioni e tensioni
Le dichiarazioni di Musk hanno creato scompiglio tra i repubblicani. Alcuni senatori, come Rand Paul e Mike Lee, hanno espresso solidarietà, criticando l’eccessiva spesa federale. Ma altri, come la senatrice Shelley Moore Capito, hanno minimizzato l’influenza di Musk rispetto a quella di Trump: “Non importa cosa dica Elon Musk. Sarà sempre in secondo piano rispetto al Presidente Trump.”
Il leader della maggioranza al Senato, John Thune, si trova ora in una posizione delicata: dovrà far approvare la legge entro il 4 luglio, nonostante le crescenti divisioni interne al partito.