Elon Musk continuerà a visitare la Casa Bianca e a consigliare il presidente degli Stati Uniti ogni volta che glielo si chiederà. Lo ha detto presentandosi nello Studio ovale della Casa Bianca a fianco di Donald Trump per una conferenza stampa congiunta. Il patron di Tesla, in piedi di fianco al “Resolute desk” - la scrivania presidenziale - indossava una maglietta nera con un logo che, parodiando la grafica del celebre film Il patrino (“The Godfather”) portava scritto “The Dogefather”, ovvero il padre del DOGE, il Dipartimento per l’efficienza governativa da lui voluto e guidato fino ad oggi.
Il DOGE non è alla fine, ma solo all’inizio e in prospettiva produrrà risparmi per tre miliardi di dollari, ha assicurato Musk, difendendo le promesse fatte al momento di assumere l’incarico e poi ritoccate al ribasso nelle settimane successive. Le stime attuali sono che i tagli operati non arrivino ai 150 milioni di dollari. Trump lo ha definito più volte “un tipo assolutamente geniale” ed ha letto una lunga lista di progetti “assurdi” che sarebbero stati tagliati, producendo risparmi per il bilancio federale.
“Elon è fantastico, sarà sempre con noi e ci aiuterà ogni giorno”, ha detto Trump, ma si è guardato bene dall’entrare nello specifico su futuri ingaggi o contratti. E davanti ad un Musk assolutamente silente poco dopo ha ribadito di volere che in futuro le Tesla vengano prodotte interamente negli USA, anche nei singoli componenti. Come tutte le case automobilistiche, non solo americane, anche quella di Musk ha fatto e fa ampio ricorso ad una produzione globalizzata.
Praticamente nessun commento sulle critiche dei giorni scorsi al “big beautiful bill” (la grande bellissima legge) ovvero il nuovo bilancio degli Stati Uniti, ora all’esame del Congresso, un provvedimento che - secondo quanto aveva affermato il miliardario americano - farà alzare il deficit, vanificando in parte le economie fatte con i tagli del DOGE.
Trump ha confermato di volere un innalzamento del tetto del debito, “altrimenti facciamo default, che forse piacerebbe ai democratici, ma noi non abbiamo fatto default”.
Curiosità estetica: Musk aveva un vistoso livido sull’occhio destro. Quando un cronista glie ne ha chiesto il motivo, ha detto di essere stato colpito da suo figlio di cinque anni mentre giocavano. E quando gli è stato citato l’articolo del New York Times secondo cui avrebbe fatto reiterato uso di droghe durante i suoi 135 giorni al servizio del governo federale, ha replicato: “è lo stesso giornale che si è inventato la bufala del Russiagate? Andiamo avanti”.
Daily Mail: in aprile Musk alle mani con Bessent (segretario al Tesoro)
Secondo quanto riferito al Daily Mail da Steve Bannon, l’ex stratega capo nella prima amministrazione Trump, Elon avrebbe preso a spintoni un mese fa il segretario al Tesoro Scott Bessent dopo esser stato messo alle strette per le sue promesse esagerate sul risparmio di “un trilione di dollari” per le casse dello Stato.
Dell’”acceso litigio” di aprile, riferito ora dal quotidiano britannico, erano filtrate notizie sui media ma non si sapeva finora che i due fossero venuti alle mani. “Bessent lo ha affrontato e gli ha detto: ‘Ci avevi promesso un trilione di dollari di tagli e ora sei fermo a 100 miliardi. Che cosa stai facendo?”, ha riportato Bannon: “A quel punto Musk è venuto alle mani. Non è stata una discussione, ma un confronto fisico”.
L’alterco, secondo il Daily Mail, sarebbe avvenuto fuori dall’ufficio della capo di gabinetto Susan Wiles e poi fuori da quello dell’allora Consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz.
Steve Bannon è noto per essere in pessimi rapporti con Musk. La sua affermazione non è stata commentata dall’interessato o da altre fonti.