Nahel: si teme il contagio

I disordini della scorsa notte a Losanna (culminati in sette arresti) e a Bruxelles (dove la polizia ha fermato 35 persone, di cui 31 minorenni) dimostrano che fenomeni come i disordini nati dall'uccisione del diciassettenne Nahel a Nanterre martedì possono rapidamente superare i confini del paese in cui scoppiano.

"Guardiamo con preoccupazione a quanto succede in Francia" ha detto alla televisione pubblica ARD il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Sabato avrebbe dovuto incontrare Emmanuel Macron, ma il presidente francese ha cancellato il viaggio a Berlino a causa della situazione esplosiva nel suo paese.

Domenica all'Eliseo il capo dello Stato presiederà un vertice per fare il punto sui disordini. La notte scorsa è stata più calma delle precedenti e la situazione a Nimes è apparsa sotto controllo, ma la calma è carica di tensione.

Ha destato scalpore in tutto il paese l'attacco all'abitazione del sindaco di Hay-les-Roses, alla periferia di Parigi, da parte di alcuni rivoltosi che hanno sfondato il cancello e dato fuoco all'auto del primo cittadini. La moglie, fuggita di casa con i bambini mentre gli aggressori sparavano razzi nella loro direzione, si è rotta una tibia e non potrà camminare per tre mesi. Oggi la famiglia ha ricevuto la visita della premier Elisabeth Borne e di tre ministri mentre il prefetto di Parigi ha autorizzato l'uso di droni per monitorare gli assembramenti.

La nonna di Nahel ha lanciato un appello alla calma, dicendo di essere in collera solo con il poliziotto che lo ha ucciso, non con tutte le forze dell'ordine ed ha accusato chi compie violenze di usare il nipote come pretesto.