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"Non bisogna cadere nell'odio"

Viaggio a Parigi nel giorno del risveglio dall'incubo in una giornata piena di appuntamenti e sfide - VIDEO

  • 16 novembre 2015, 08:31
  • 7 giugno, 12:59


Parigi prova a svegliarsi dall'incubo. Oggi, lunedì 16, terzo giorno di lutto nazionale, riaprono le scuole, gli uffici pubblici, i musei. Il presidente François Hollande sarà alla Sorbona, a mezzogiorno, per osservare un minuto di silenzio (che sarà condiviso in tutta Europa, Svizzera compresa) prima di spostarsi, nel pomeriggio, a Versailles dove è atteso per un discorso dinnanzi all’Assemblea nazionale. E, sempre nella giornata odierna, è atteso il documento definitivo del G20 contro il terrorismo internazionale, dopo che domenica tutti i paesi si sono dichiarati concordi nella lotta comune al terrore soprattutto di matrice IS.

Place de la République: si riafferma la vita

Place de la République: si riafferma la vita

  • Lorenzo Giroffi

Noi torniamo a Parigi dove c'è, per noi, Lorenzo Giroffi. Già ieri, ci spiega, la gente è ritornata a passeggiare, incontrarsi e provare ad uscire dal terrore. Molti si sono dati appuntamento in Place de la République dove, proprio domenica sera, un falso allarme bomba fa rivivere scene di panico e momenti di terrore. "Si è trattato - conferma Giroffi - di un falso allarme. Nulla è esploso a Place de la République se non un rigurgito di paura. La stazione metro di Operkampf, quella subìto dopo République è stata chiusa, perché questo è stato l'epicentro del massacro, lì dove c'era e c'è il locale Bataclan.

Solo i residenti possono ora passare davanti al Bataclan

Solo i residenti possono ora passare davanti al Bataclan

  • Lorenzo Giroffi

Se la notte dell'attentato ci si poteva spingere fino a sotto l'entrata del teatro, ora è praticamente impossibile. La polizia ha delimitato tutta l'area e solo i residenti, mostrando il proprio documento d'identità, possono attraversare l'area. Le indagini continuano mentre c'è chi non riesce proprio a dimenticare i racconti della notte di barbarie. Non è una città in guerra, perché non lo si può scrivere, perché non ci sono eserciti che si affrontano ed i morti non sono quelli di conflitti in altre aree del mondo meno raccontati, ma con la sciagura della morte violenta come stessa compagna, semplicemente si potrebbe scrivere che la guerra ha cambiato forma, ma anche ciò avrebbe poco senso in giornate come queste per Parigi. Quel che però è certo è che la gente con tanto di paura ha deciso di riappropriarsi delle piazze. Tutto ciò per solidarietà, voglia di riscatto e ripudio del terrore. Come racconta una ragazza:"Ovviamente non sarà più come prima, però dobbiamo continuare a vivere".

m.c./swing

RG 12.30 del 16.11.15: la strategia dell'IS verso l'Europa analizzata da Gilles Kepel, specialista di Islam e mondo arabo (intervista alla RTS)

  • 16.11.2015
  • 13:14

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