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Non c’è pace per la Siria, anche senza Assad

Diverse persone sono state uccise negli scontri tra forze di sicurezza siriane e sostenitori del dittatore fuggito

  • 26 dicembre 2024, 12:35
  • 26 dicembre 2024, 12:36
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Notiziario

Notiziario 26.12.2024, 11:00

Di: Reuters/EnCa 

Le nuove autorità siriane hanno lanciato giovedì un’operazione contro le “milizie” fedeli a Bashar al Assad nell’ovest del Paese, uccidendo tre persone secondo una ONG, il giorno dopo scontri legati a manifestazioni della minoranza alawita.

L’operazione ha avuto luogo nella provincia costiera di Tartus (ovest), una roccaforte della minoranza alawita da cui discende il presidente deposto, rovesciato l’8 dicembre da una coalizione di ribelli guidati dal gruppo islamista radicale Hayat Tahrir al-Sham (HTS).

Secondo l’agenzia di stampa ufficiale, l’HTS ha “neutralizzato un certo numero di membri delle milizie” di Assad. L’obiettivo consiste nel “ripristinare la sicurezza, la stabilità e la pace civile” in questa regione costiera, ha aggiunto l’agenzia. L’Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH) ha riferito di tre morti in questa operazione, specificando che le vittime provenivano dalle file dei “combattenti fedeli all’ex regime”.

L’ONG con sede nel Regno Unito, che dispone di una vasta rete di fonti in Siria, ha anche riferito di diversi “arresti” in relazione agli scontri e alle manifestazioni degli alawiti del giorno precedente.

Migliaia di alawiti protestano dopo attacco a santuario

Stando a quanto riferiscono testimoni e l’OSDH, mercoledì migliaia di siriani hanno manifestato a Tartus, Banias, Jableh e Latakia, nell’ovest del Paese, dove la comunità alawita, un ramo dell’Islam sciita, è molto presente, e a Homs (Siria centrale), in seguito alla diffusione di un video che mostrava un attacco a uno dei loro santuari. Queste manifestazioni sono le prime dal rovesciamento di Assad.

“Secondo l’OSDH, un manifestante è stato ucciso e cinque sono rimasti feriti dopo che le forze di sicurezza di Homs hanno aperto il fuoco per disperdere i manifestanti. La rabbia alawita è esplosa dopo la pubblicazione di un video sui social network che mostrava “un attacco da parte dei combattenti” a un santuario dato alle fiamme ad Aleppo (nord), secondo l’OSDH. Cinque dipendenti del santuario sono stati uccisi, secondo l’Osservatorio.

A Damasco, il Ministero degli Interni ha riferito che il video era “vecchio” e risaliva alla presa di controllo di Aleppo da parte dei ribelli il 1° dicembre. “L’obiettivo di far circolare ancora tali immagini è quello di seminare discordia nel popolo siriano”, ha aggiunto, accusando ‘gruppi sconosciuti’ dell’attacco.

Tartus: 17 morti in scontri tra sicurezza siriana e uomini armati

Nel frattempo, gli scontri tra uomini armati e forze di sicurezza che tentavano di arrestare un funzionario del governo deposto nella provincia di Tartus hanno provocato mercoledì 17 morti, stando a quanto afferma l’ONG Durante gli scontri, “quattordici membri del Ministero dell’Interno sono stati uccisi e altri dieci feriti”, ha reso noto il nuovo ministro dell’Interno, Mohammed Abdel Rahman, in un comunicato. Secondo l’OSDH, anche tre uomini armati sono stati uccisi.

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Sguardo dei giovani dalla Siria

Telegiornale 18.12.2024, 20:00

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