Le tendopoli smantellate mesi fa a Parigi stanno lentamente risorgendo, soprattutto a nord della capitale francese. Secondo le associazioni di volontariato, almeno in 2'000 in questi giorni vivono in accampamenti improvvisati, sotto i ponti della circonvallazione a nord della città, nel XVIII e XIX arrondissement, nei dintorni della porta di Clignancourt e della Villette.
In gran parte si tratta di africani e afghani, accampati in condizioni di assoluta precarietà; alcuni privi anche di una tenda, costretti a dormire accanto a fuochi improvvisati per resistere al freddo di questo inverno. I centri di accoglienza della capitale sono saturi. La prefettura nel 2018 ha registrato un aumento delle richieste d'asilo del 45%.
Molti di loro, dopo giorni e settimane a Parigi, tentano di raggiungere l'Inghilterra, attraversando la Manica. Dalle coste di Calais sono sempre più numerosi quelli che sfidano il mare aperto a bordo di imbarcazioni di fortuna, affrontando un tratto pericoloso per il traffico di navi e le fredde temperature dell'acqua.
Domenica tra le onde è stata individuata una ventina di giubbotti di salvataggio abbandonati. Le autorità temono si tratti dell’indizio che vi sia stata una strage simile a quelle divenute triste routine nel Mediterraneo.






