Hamas ha risposto alla proposta americana per un cessate il fuoco nella striscia di Gaza suggerendo un diverso schema per il rilascio progressivo degli ostaggi. Il movimento vorrebbe rilasciare quattro ostaggi vivi il primo giorno della prevista tregua di sessanta giorni, due ostaggi vivi il trentesimo giorno e altri quattro l’ultimo giorno. I corpi dei morti verrebbero consegnati il trentesimo e cinquantesimo giorno della tregua. Cosi riferisce il canale egiziano Al-Rad, ripreso anche dai media israeliani.
Una fonte di Hamas ha confermato all’Associated Press che la proposta presentata dall’inviato USA Steve Witkoff è stata rispedita con alcune proposte di modifica, che riguardano anche il rilascio di prigionieri palestinesi. Nei giorni scorsi il premier Benjamin Netanyahu ha fatto sapere ai parenti degli ostaggi di avere accettato la proposta USA.
Dieci ostaggi vivi e i corpi di altri 18 dovrebbero essere rilasciati presto, in cambio della liberazione di un numero convenuto di prigionieri palestinesi nelle mani di Israele, si legge in un comunicato dell’organizzazione. Hamas dice di volere che la proposta USA porti ad una cessazione permanente delle ostilità e al ritiro israeliano, cosa che per Israele costituisce un punto non negoziabile.
Israele: risposta di Hamas equivale ad un rifiuto
Un funzionario israeliano ha dichiarato ai giornalisti che il governo sta considerando la risposta di Hamas alla proposta USA di tregua con liberazione di ostaggi come un”rifiuto effettivo”.
La risposta - secondo il Times of Israel - include una serie di modifiche al testo dell’inviato USA Steve Witkoff, inviata ad Hamas dopo l’approvazione del capo negoziatore israeliano Ron Dermer.
Nonostante Hamas abbia annunciato di aver già presentato la sua risposta, i mediatori stanno ancora lavorando con il gruppo palestinese per attenuare alcune delle modifiche richieste.
Affamati assaltano camion del PAM
Settantasette camion del programma alimentare mondiale (World Food Programme, WFP) che stavano trasportando aiuti alimentari all’interno della striscia, principalmente farina, sono stati fermati da persone affamante che hanno scaricato dei sacchi prima che il convoglio potesse arrivare a destinazione.
Lo riferisce lo stesso PAM, secondo cui nonostante un allentamento del blocco israeliano degli aiuti negli ultimi giorni, la situazione per gli oltre due milioni di abitanti della striscia rimane critica. Allarme anche da Medecins Sans Frontieres, che denuncia casi di fame anche nei quartieri relativamente più agiati della striscia.
Il convoglio di aiuti alimentari è stato fermato ad un posto di blocco improvvisato nella zona di Khan Younis. Migliaia di persone sono salite sui mezzi ed hanno cominciato a scaricare sacchi di farina. Le Nazioni Unite hanno detto alcuni giorni fa che Israele ha costretto le agenzie ONU ad usare strade non presidiate nelle aree sotto controllo israeliano, dove i mezzi sono stati fermati da gruppi armati.
Israele: tiri di razzi da Gaza
L’esercito israeliano ha continuato anche oggi (sabato) la sua campagna militare, colpendo decine di obiettivi nelle ultime 24 ore. Secondo il ministero della sanità di Gaza, controllato da Hamas, sono morte oltre 60 persone.
Israele denuncia il tiro di diversi proiettili dal territorio della Striscia verso zone non abitate del Paese. Le sirene d’allarme sono suonate alle 18 ora svizzera, le 19 in Israele, a Ein HaShlosha e Nirim. Non si registrano vittime.
Parigi: vandalizzate istituzioni ebraiche
Il museo dell’ Olocausto di Parigi, tre sinagoghe e un ristorante nel quartiere ebraico di Le Marais sono state imbrattate da ignoti la scorsa notte (tra venerdi e sabato) con della vernice verde. La Polizia ha aperto un’ inchiesta.
Il ministro degli interni francese Bruno Retailleau ha scritto su X di essere “disgustato da questi atti riprovevoli che colpiscono la comunità ebraica”. Il presidente israeliano Isaac Herzog si è detto “scioccato” dall’attacco. In un messaggio su X ha chiesto alle autorità francesi di agire “rapidamente e con fermezza per portare i responsabili davanti alla giustizia e difendere la comunità ebraica dall’odio e da attacchi di qualunque tipo”
Sinagoga Agoudas Hakehilos tra gli edifici ricoperti di vernice verde