Ticino e Grigioni

Gaza, anche le personalità ticinesi scrivono al Consiglio federale

La lettera si aggiunge a quella siglata da 15 organizzazioni svizzere che chiede maggior impegno per il rispetto del diritto umanitario

  • 28 maggio, 14:58
01:39

Radiogiornale 12.30 del 28.05.2025 - Il servizio di Romina Lara

RSI Info 28.05.2025, 14:40

  • EPA/Keystone
Di: Radiogiornale/M. Ang. 

Mentre si moltiplicano - a livello internazionale - gli appelli e le prese di posizione che denunciano gli atti di Israele nella Striscia di Gaza, anche all’interno della Confederazione cresce la pressione sul Consiglio federale, criticato da più parti per la sua inazione. Una lettera sottoscritta mercoledì da 15 organizzazioni svizzere e numerose personalità (tra le quali anche le ex consigliere federali Ruth Dreifuss e Micheline Calmy-Rey) chiede un maggior impegno per il rispetto del diritto umanitario. A questa lettera se ne aggiunge un’altra, sempre indirizzata al Consiglio federale, inviata da 18 personalità ticinesi. E, sempre mercoledì, anche il Consiglio di Stato ticinese ha sollecitato il Consiglio federale a prendere posizione contro le violazioni del diritto umanitario e a rafforzare l’impegno per la pace in Medio Oriente.

Flavio Del Ponte è uno dei promotori della lettera partita lunedì dal Ticino verso Berna; medico chirurgo di guerra, che ha lavorato per la Croce Rossa, l’ONU ed è stato capo consigliere medico dell’aiuto umanitario svizzero, ha spiegato al Radiogiornale della RSI le ragioni della missiva. “Il nostro invito è soprattutto quello di passare all’azione, scontata. E la Svizzera lo farà, lo sappiamo, anche date le sollecitazioni, come quella di cercare di sbloccare gli aiuti umanitari che devono entrare assolutamente, subito, nel territorio per poter raggiungere tutte le vittime”, dice Flavio Del Ponte. La lettera è firmata da personalità del mondo intellettuale, culturale, sanitario e da alcuni politici. C’è anche il nome di Carla Del Ponte, già procuratrice capo del Tribunale penale internazionale dell’Aja. Al Consiglio federale si chiede soprattutto di agire, con coraggio, per sbloccare la situazione, definita nella lettera un’apocalisse umanitaria “considerando il trend piuttosto negativo riguardo all’aiuto umanitario dato dalla Svizzera negli ultimi tempi e la situazione che tutti quanti vediamo, giorno per giorno, peggiorare”, sottolinea Flavio Del Ponte.

Si chiede poi di riconvocare la Conferenza di Ginevra sulla situazione dei civili nei territori palestinesi, annullata a marzo. E terzo punto, più politico, il riconoscimento formale dello Stato di Palestina. “Oggi vorrebbe dire dare finalmente la dignità alle vittime, che non sono né numeri né oggetti ma persone. Solo se la Palestina è riconosciuta come Stato può, in qualche modo, rimettersi in moto”, spiega Flavio Del Ponte. Berna, in questo senso, è invitata a riaffermare l’adesione della Svizzera alla risoluzione del 1947 per la soluzione dei due Stati.               

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