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Siria, la maggior parte di Aleppo è in mani ribelli

I guerriglieri jihadisti e filo-turchi proseguono la loro offensiva e puntano su Hama, l’esercito si ritira nonostante l’appoggio dell’aviazione russa, “Prepariamo un contrattacco”

  • 30 novembre, 11:11
  • 30 novembre, 16:48
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Ribelli alla periferia di Aleppo

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Di: AFP/pon 

Milizie jihadiste e ribelli filo-turchi hanno preso il controllo ormai della maggior parte di Aleppo, nel corso della folgorante offensiva da loro scatenata mercoledì, che ha permesso di occupare rapidamente una settantina di località e attaccare poi la città controllata fin qui dalle truppe governative fedeli al presidente Bashar al Assad. Queste ultime si stanno ritirando praticamente senza combattere, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ONG con base nel Regno Unito e una fitta rete di informatori nella regione. In tre giorni sono morte nei combattimenti oltre 300 persone, in maggioranza ribelli.

Le forze armate regolari hanno spiegato che si tratta di un passo indietro temporaneo, un ritiro tattico volto a preparare una controffensiva che scacci i miliziani. Migliaia di abitanti sono in fuga dalla città e anche le Nazioni Unite hanno avviato l’evacuazione del loro personale.

Il ritiro dell’esercito da Aleppo ha permesso anche a combattenti curdi di prendere il controllo dell’aeroporto.

Quelli in corso sono i primi combattimenti di grande portata nel Paese da diversi anni a questa parte. In seguito alla guerra civile che era scoppiata nel 2011, appoggiato dalla Russia e dall’Iran il regime aveva riconquistato gran parte del territorio e la città di Aleppo nel 2016. Nelle mani di gruppi come Hayat Tahrir al Sham, dominato dall’ex ramo siriano di al Qaida e ora alla testa di questa offensiva, rimanevano vaste aree della provincia di Idlib (ora interamente nelle loro mani) e settori di quelle di Aleppo, Latakia e Hama. Quest’ultima appare come il loro prossimo obiettivo, starebbero già minacciando l’omonima città.

Il sostegno militare di Mosca a Damasco continua a manifestarsi anche in questa circostanza: in coincidenza con l’arrivo di importanti rinforzi fra i guerriglieri, l’aviazione russa ha bombardato Aleppo per la prima volta dal 2016. In realtà, però, questo sostegno è di molto ridotto rispetto al recente passato, secondo gli analisti.

In Siria si confrontano molti interessi diversi, quelli di Israele e Stati Uniti, che non esitano a colpire i propri obiettivi, quelli di Russia e Iran alleati di Damasco e quelli turchi a nord. Mosca e Teheran hanno spinto Assad, il cui regime alla luce di questi ultimi avvenimenti appare quantomai debole, verso un riavvicinamento con Ankara, che però da anni stenta a concretizzarsi anche perché la Siria chiede alla Turchia di ritirare le proprie truppe schierate lungo la frontiera comune.

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Siria, la situazione torna a preoccupare

SEIDISERA 29.11.2024, 18:00

  • © 2024 KEYSTONE-SDA-ATS AG

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