La situazione sul terreno in Ucraina da alcuni giorni è di stallo. Il Ministero della difesa russo ha fornito venerdì un suo bilancio delle perdite subite in un mese di conflitto: 1'351 morti e 3'825 feriti, meno di un decimo dei soldati nemici che Kiev sostiene di aver eliminato. La NATO stima invece a 7'000-15'000 i militari uccisi. Mosca ha pure reso noto che l'obiettivo del Cremlino è ora la completa liberazione del Donbass, estendendo quindi all'intera regione dell'Ucraina orientale il territorio già occupato dalle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk. Non si esclude però di lanciare l'assalto a una delle città accerchiate, come è il caso ormai anche di Chernihiv, nel nord-est.
RG 12.30 del 25.03.2022 L'intervista di Andrea Vosti a Ilan Berman
RSI Info 25.03.2022, 17:10
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Secondo Ilan Berman, ex consulente del Pentagono ed esperto di Russia presso l’American Foreign Policy Council di Washington, intervistato dal Radiogiornale della RSI, "non è chiaro quale strategia militare Putin possa spacciare come una vittoria". "L'idea di occupare l'Ucraina, rimuovere Zelensky e installare un Governo fantoccio è fuori portata", afferma Berman, che però mette in guardia dalle conseguenze di questa situazione: "più il conflitto si prolunga e più Putin viene politicamente messo all'angolo, ma è troppo pericoloso per poter essere messo con le spalle al muro".

Reportage da Kiev
Telegiornale 25.03.2022, 13:30
"Al momento", afferma ancora Ilan Berman, "esistono due approcci: il primo è dire che si tratta di una guerra fra Russia e Ucraina e che va evitato ogni coinvolgimento diretto (e questa è per ora anche la posizione anche dell'amministrazione Biden). Il secondo è quello dei Paesi dell'Europa orientale, secondo i quali è in gioco il sistema di sicurezza europeo del dopo Guerra fredda. L'Ucraina va difesa a ogni costo per evitare che diventi una tappa di un più ampio piano strategico russo". L'ex consulente del Pentagono conclude però dicendo che "l'ultima cosa da fare è mettere Putin nella condizione di non avere altra scelta se non un'ulteriore escalation".
Il teatro di Mariupol distrutto il 16 marzo in un'immagine dall'alto
Nel sud-est, intanto, anche secondo il Ministero della Difesa ucraino, le truppe russe avrebbero creato un corridoio via terra fra il Donbass e la Crimea annessa de facto nel 2014, aggirando l'assediata Mariupol. E proprio nella città portuale è stato avanzato dalla municipalità un primo bilancio del bombardamento sul teatro, avvenuto il 16 marzo. Basandosi su testimonianze, è stata avanzata la cifra di 300 morti. Un bilancio ufficiale e verificato, tuttavia, non è ancora stato stilato. Nel rifugio sotto l'edificio erano stipate centinaia di persone, in maggioranza donne e bambini. Il giorno dopo l'attacco, le autorità ucraine avevano detto che la struttura aveva resistito sotto le macerie. Circa 130 persone erano riuscite ad uscire sane e salve.
Dall'inizio della guerra, giunta al suo 30° giorno, oltre 3,7 milioni di persone hanno lasciato l'Ucraina stando a cifre fornite dalle Nazioni Unite. Di queste, 2,2 milioni hanno attraversato il confine con la Polonia.

Mosca si concentra sul Donbas
SEIDISERA 25.03.2022, 19:31
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