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Strage di carabinieri, lo scoppio innescato da una molotov

A far scattare l’innesco è stata la sorella che, come i due fratelli, non voleva lasciare il casolare benché sfrattati - Da tempo minacciavano di far esplodere l’edificio se fossero stati cacciati

  • Oggi, 14:02
  • Oggi, 15:31
Carabinieri e uomini della Scientifica nel casolare devastato

Carabinieri e uomini della Scientifica al lavoro nel casolare devastato dall'esplosione nel Veronese

  • ANSA foto
Di: Agenzie/EnCa 

Si delineano nuovi dettagli il giorno dopo la strage costata la vita a tre carabinieri a Castel d’Azzano, nel Veronese. Secondo le prime ricostruzioni formulate dagli inquirenti, i militari e gli agenti sopravvissuti hanno affermato d’aver sentito prima della potente deflagrazione che ha sventrato l’edificio un rumore simile a un fischio, poi l’innesco di una bomba e quindi lo scoppio.

Scoppio nel quale hanno perso la vita i tre militari e che è stato causato intenzionalmente dai tre fratelli – tutti ormai tra i 59 e i 65 anni – Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, agricoltori e allevatori di bestiame, alle prese da anni con problemi economici rilevanti. Al piano superiore dell’immobile e dal quale si ritiene sia partita la deflagrazione, sono state trovate sei bombole di gas. 

Proprio Maria Luisa, secondo le ricostruzioni, sarebbe stata la persona a far scoppiare la molotov che ha provocato l’esplosione e ucciso il brigadiere capo qualifica scelta Valerio Daprà, 56 anni, il carabiniere scelto Davide Bernardello, 36 anni, e il luogotenente Marco Piffari, 56 anni. Quest’ultimo era comandante della Squadra Operativa di Supporto separato (SOS) del quarto battaglione Veneto dell’Arma e dopodomani, venerdì, avrebbe lasciato la caserma per preparare la sua partenza per il Libano, dove era atteso per una missione il 22 ottobre.

I Ramponi da anni non volevano lasciare il casolare nel quale carabinieri e poliziotti volevano eseguire una perquisizione in vista di uno sgombero abitativo. Va detto che già nel 2024 i fratelli erano saliti sul tetto dello stabile minacciando di farlo esplodere se le autorità avessero insistito con lo sfratto, eventualità ripetuta ai microfoni di un’emittente veneta qualche mese fa.

Sempre la donna è l’unica a essere tuttora ricoverata in ospedale con ustioni di una certa rilevanza e contro di lei e i suoi fratelli la procura di Verona contesta il reato di strage: del resto, oltre ai tre carabinieri uccisi, la deflagrazione ha causato pure 25 feriti tra agenti, militari e pompieri, diversi dei quali in gravi condizioni.

Intanto si è appreso che si celebreranno dopodomani, venerdì 17 ottobre, a Padova i funerali di Stato per i carabinieri deceduti nell’esplosione. L’autopsia è prevista per domani, dopodiché le salme dei militari saranno messe a disposizione per le esequie, che saranno celebrate nella basilica di Santa Giustina, con la camera ardente al comando della Legione Veneto dei Carabinieri.

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Esplosione di un casolare nel veronese, 3 morti

Telegiornale 14.10.2025, 12:30

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