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Sul viale (presunto) del tramonto

La Consulta conferma i due anni di interdizione dai pubblici uffici: il cavaliere non potrà votare o essere eletto

  • 19.03.2014, 01:02
  • 06.06.2023, 14:30
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Adesso resta una sola incognita, che sarà sciolta il prossimo 10 aprile. Quel giorno il Tribunale di sorveglianza si pronuncerà sulla richiesta di Silvio Berlusconi sull'affidamento ai servizi sociali per scontare i nove mesi che gli restano dopo i tre cancellati dall'indulto.

La Consulta ha infatti proceduto martedì, dopo cinque ore di dibattito, alla più attesa delle conferme: interdizione per due anni dai pubblici uffici per l'ex premier condannato in via definitiva per evasione fiscale al "processo Mediaset". Dunque, prima decaduto da senatore, e ora escluso da qualsiasi appuntamento elettorale nei prossimi 24 mesi. Escluso quindi anche dalle prossime "europee". Per le quali il "cavaliere" aveva annunciato - con una certa dose di impudenza - la sua disponibilità a presentarsi quale capolista in ben cinque circoscrizioni. Un'evidente forzatura, cancellata dai giudici. Preceduta, poche ore prima, dal perentorio "stop" di Bruxelles.

Così (a meno di una impensabile e finora non richiesta grazia al capo dello Stato), Berlusconi non potrà votare né essere eletto. Con quali conseguenze sul quadro politico italiano? Difficile immaginare che "l'uomo di Arcore" intenda far saltare il tavolo. In queste condizioni, nemmeno lui ha interesse ad aprire la crisi, annullare l'intesa con Renzi sulle riforme costituzionali, far precipitare il paese nell'incertezza. Non lo capirebbe la maggioranza degli Italiani, che per ora affida all'ex sindaco di Firenze l'ultima speranza di far uscire il paese dal pantano. Oscurato dalla vivacità, dall'età, e dalla capacità mediatica del leader PD, Silvio Berlusconi deve mordere il freno, attendere tempi migliori, giocare sul vittimismo, e semmai tentare di accreditarsi come "padre" amareggiato e saggio delle riforme necessarie al Paese. Sicuramente forzando i toni del suo nuovo euroscetticismo, per competere con Grillo, e per frenare lo slancio di Renzi.

Ma la sentenza delle Consulta sembra un altro solido tassello sul sentiero di un declino che da più parti é giudicato irreversibile. Sapendo oltretutto che altre toghe e altre sentenze potrebbero presto alzare ulteriori ostacoli al suo protagonismo politico. Dunque un "cav" messo definitivamente all'angolo? Più che dallo stesso Berlusconi, dipenderà dal successo o dal fallimento del suo giovane competitore, Matteo Renzi. Paradossalmente, il più berlusconiano quando si tratta di vendere la propria merce politica e di muoversi sotto le luci della ribalta.

Aldo Sofia

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