Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si sono incontrati lunedì in Florida, in un colloquio definito “produttivo”, nonostante permangano disaccordi sulla Cisgiordania. L’incontro, il quinto tra i due leader da quando Trump è tornato alla Casa Bianca, si è concentrato su diversi temi, con la situazione a Gaza in primo piano.
Il presidente americano è impaziente di avviare la seconda fase del piano di pace per Gaza, dopo il fragile cessate il fuoco di ottobre. “Se Hamas non si disarmerà in breve tempo, pagherà un prezzo alto”, ha avvertito Trump, aggiungendo che la ricostruzione “inizierà molto presto, ma deve esserci il disarmo”.
Nelle stesse ore, il portavoce militare di Hamas ha ribadito che il gruppo “non rinuncerà alle armi finché l’occupazione continuerà”. Sul terreno, la tregua è già messa a dura prova: secondo il ministero della Sanità palestinese, oltre 400 persone sono morte nelle operazioni israeliane degli ultimi mesi.
Dal canto suo Netanyahu frena sul ritiro da Gaza e pone condizioni, come la restituzione dei resti dell’ultimo ostaggio prima di aprire il valico di Rafah e procedere alle fasi successive. “Israele ha rispettato il piano. Non sono preoccupato da nulla di ciò che sta facendo”, ha ribadito Trump.
Un altro tema cruciale affrontato dai due leader è stato l’Iran, considerato un nemico di Israele. Trump ha minacciato Teheran di “distruggere” le sue installazioni nucleari qualora venissero ricostruite. Il presidente americano ha anche minimizzato le voci di tensioni con il primo ministro israeliano, riconoscendo che Netanyahu “può essere molto difficile” ma sottolineando che Israele “non esisterebbe forse” senza la sua leadership dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023.
Il Premio Israele a Donald Trump
A sorpresa, Netanyahu ha annunciato che il presidente Donald Trump riceverà il Premio Israele, la più alta onorificenza del Paese. Netanyahu ha spiegato che Trump ha “infranto molte convenzioni” e che, col tempo, si è compreso che “forse aveva ragione, dopotutto”. Per questo motivo, Israele infrangerà a sua volta una convenzione, assegnando il premio a una persona senza cittadinanza israeliana, un fatto senza precedenti. Il Ministro dell’Istruzione israeliano Yoav Kish ha comunicato telefonicamente la notizia a Trump durante il pranzo, motivando il riconoscimento con il suo “straordinario servizio” a Israele e al popolo ebraico.

Netanyahu va da Trump
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