La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è partita alla volta della Scozia nella serata di sabato per incontrare il presidente statunitense Donald Trump, che si trova nel Paese in visita privata per giocare nei lussuosi campi da golf di sua proprietà. L’incontro ha preso forma in poche ore, ampliando i temi sul tavolo e incassando via via maggiore importanza per le relazioni tra le due sponde dell’Atlantico. Nel lussuoso Golf Club di Turnberry Trump e von der Leyen non parleranno solo di tariffe e commercio. Faranno il punto su alcuni dei dossier internazionali più delicati. Temi sui quali, da Gaza all’Ucraina, l’Europa e l’America spesso e volentieri non la vedono alla stessa maniera. Ma è sui dazi che il bilaterale in Scozia, il primo da quando Trump è alla Casa Bianca, è chiamato a registrare un passo definitivo per l’intesa. Le premesse accontentano i più ottimisti. L’esito finale resta un rebus ancora irrisolto.
L’incontro ufficiale con Trump, stando agli ultimi aggiornamenti, è previsto per domenica dopo pranzo ma nulla vieta che i due si vedano nelle ore precedenti.
Il faccia a faccia tra von der Leyen e Trump avrà luogo in un luogo ameno ma assediato da misure di sicurezza imponenti che costeranno, secondo alcuni conti, fino a 1,4 milioni di sterline (1,5 milioni di franchi) alle casse pubbliche dell’isola.
Trump ha giocato a golf sabato nel suo campo extra-lusso sulla costa scozzese, mentre i manifestanti di tutto il Paese sono scesi in piazza per criticare la sua visita e accusare i leader del Regno Unito di assecondare il presidente USA. Il presidente-magnate viene contestato sia per le sue politiche, sia per l’impatto ambientale dei suoi affari privati.
L’arrivo di The Donald ha scatenato le proteste degli scozzesi. Il quotidiano progressista The National ha accolto Trump definendolo “il pregiudicato statunitense”. Diverse centinaia di manifestanti si sono radunate nelle principali città sotto le bandiere del collettivo ‘Stop Trump Coalition’. “Trump non è gradito in qui”, si poteva leggere su uno striscione; “la Scozia odia Trump”, era scritto addirittura su un altro. Vari partecipanti hanno poi additato il leader della Casa Bianca ai media come “un megalomane” o come “un amico di Jeffrey Epstein”, defunto faccendiere americano, accusato di tratta di minorenni.
Centinaia di manifestanti si sono riuniti di fronte al consolato degli Stati Uniti, a circa 160 chilometri di distanza, a Edimburgo, capitale della Scozia. Gli oratori hanno detto alla folla che Trump non era il benvenuto e hanno criticato il primo ministro britannico Keir Starmer per aver raggiunto un recente accordo commerciale per evitare le rigide tariffe USA sui beni importati dal Regno Unito. Le proteste sono state pianificate in altre città, dove si sono riuniti attivisti ambientalisti, oppositori della guerra di Israele contro Hamas a Gaza e gruppi pro-Ucraina.
Sabato Trump e suo figlio Eric hanno giocato con l’ambasciatore degli Stati Uniti in Gran Bretagna, Warren Stephens, vicino a Turnberry, un campo storico che la società della famiglia Trump ha rilevato nel 2014. La sicurezza è stata stretta e i manifestanti si sono tenuti a distanza, senza essere visti dal gruppo durante il giro di Trump.