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Zelensky: “Le tregue brevi non sono una cosa seria”

Il presidente ucraino critica gli armistizi di pochi giorni proposti da Putin e chiede “un cessate il fuoco totale e incondizionato” 

  • Ieri, 22:41
  • Ieri, 23:00
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La tregua russa di tre giorni contestata da Zelensky

  • Keystone
Di: ATS/AFP/DC 

Prima un breve cessate il fuoco in aprile, in occasione della Pasqua, che tuttavia non è stato pienamente rispettato da entrambe le parti. E ora la proposta di 3 giorni di tregua - tra l’8 e il 10 maggio - per celebrare le commemorazioni della Seconda Guerra Mondiale. Due iniziative di Vladimir Putin che Volodymyr Zelensky ha paragonato a un “gioco”. “È impossibile concordare qualcosa in tre, cinque o sette giorni. Siamo onesti. È una rappresentazione teatrale da parte sua” ha detto il presidente ucraino, “in due o tre giorni è impossibile trovare un piano per stabilire i prossimi passi per porre fine alla guerra. Non sembra una cosa seria”. Dichiarazioni fatte venerdì sera ai giornalisti e mantenute sotto embargo fino a poche ore fa.

Da parte sua, durante un briefing il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov ha voluto spiegare che l’obiettivo della tregua pasquale proposta dalla Russia, così come l’attuale iniziativa di dichiarare una tregua durante le celebrazioni dell’80° anniversario della vittoria sulla Germania nazista è quello di “testare la disponibilità di Kiev a trovare un percorso di pace sostenibile a lungo termine”.

In questo botta e risposta, insomma, troviamo da una parte Kiev, con la richiesta di “un cessate il fuoco totale e incondizionato” come prerogativa per qualsiasi negoziato con la Russia, e dall’altra parte Mosca, che si dice pronta a negoziare con l’Ucraina, ma riluttante ad accettare una tregua prolungata. La Russia, il cui esercito ha attualmente il sopravvento sulla linea del fronte, afferma di temere che un cessate il fuoco consentirebbe all’Ucraina di recuperare la propria forza, con il sostegno militare dei suoi alleati.

Nel frattempo, Zelensky ha pure affermato che l’Ucraina non può garantire la sicurezza dei leader in viaggio verso Mosca per la parata del Giorno della Vittoria del 9 maggio. Il presidente ucraino teme che il Cremlino possa causare incendi o esplosioni per poi attribuirne la responsabilità a Kiev. Affermazioni criticate da Mosca: la portavoce diplomatica russa Maria Zakharova ha detto che Zelensky sta così facendo una “minaccia diretta” alla “sicurezza fisica dei veterani che parteciperanno alle parate e alle celebrazioni in questo giorno sacro”. Da parte sua, l’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza della federazione russa Dmitry Medvedev ha affermato su Telegram che se nel Giorno della Vittoria ci sarà veramente una provocazione, nessuno potrà garantire che Kiev “sopravviverà il 10 maggio”. 

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Mosca minaccia Kiev

Telegiornale 03.05.2025, 20:00

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