Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato venerdì sera di non aver ancora ricevuto da Washington e Londra il “permesso” di usare missili a lungo raggio contro obiettivi in Russia, sicuramente per paura di una “escalation”.
“Né gli USA, né il Regno Unito ci hanno dato il permesso di usare queste armi sul territorio russo, su qualsiasi obiettivo e a qualsiasi distanza” e quindi Kiev non l’ha fatto, ha dichiarato venerdì sera ai media, tra cui l’AFP. Le sue dichiarazioni erano sotto embargo fino a sabato. “Credo che abbiano paura di un’escalation”, ha aggiunto.
L’Ucraina chiede l’autorizzazione a colpire il territorio russo con missili a più lunga gittata, ma gli occidentali, compreso il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, temono la reazione della Russia. Il leader del Cremlino Vladimir Putin ha avvertito che una tale decisione significherebbe che “i Paesi della NATO sono in guerra contro la Russia”.
Sul fronte degli aiuti militari, Volodymyr Zelensky, il cui esercito sta lottando per arginare l’avanzata delle truppe russe nell’est del Paese, si invece è rallegrato del fatto che abbiano “accelerato” all’inizio di settembre. “Siamo felici. Lo sentiamo”, ha detto il capo di Stato, anche se ritiene che il ritmo dovrebbe essere più veloce.
I ritardi nella consegna degli aiuti occidentali, dovuti a divisioni politiche, avevano portato il suo esercito a esaurire munizioni e armi all’inizio dell’anno, giacché l’Ucraina dipende fortemente dal sostegno dei suoi alleati di fronte a un esercito russo ben più grande.
Inoltre, il presidente ucraino ha smentito le asserzioni del Wall Street Journal, secondo cui 80’000 soldati del suo Paese sono morti nella guerra con la Russia. Ha infatti precisato ai giornalisti che le perdite reali sono “significativamente inferiori”, ma non per questo meno gravi.
Droni ucraini distruggono altri grandi arsenali in Russia
Nel frattempo, un attacco di droni nel distretto di Tikhoretsk, nella regione russa di Krasnodar Krai, ha causato sabato la detonazione di “oggetti esplosivi” in una struttura non specificata, ha riferito il governatore regionale Veniamin Kondratyev. I residenti locali sono stati sgomberati dall’area vicina alle deflagrazioni, ha dichiarato Kondratyev. Non sono state segnalate vittime, mentre le autorità russe hanno dichiarato di aver abbattuto “101 droni ucraini” nella notte.
Il distretto di Tikhoretsk ospita un importante deposito di munizioni che si è espanso nell’ultimo anno per accogliere le spedizioni di armamenti dalla Corea del Nord, secondo il Washington Post. Mentre Kondratyev non ha specificato dove si sono verificate le esplosioni, il canale di notizie russo Astra ha riferito che il deposito di proiettili e bombe a Tikhoretsk è stato colpito nell’attacco.
Secondo Astra, nella notte è stato colpito anche un deposito di munizioni nel villaggio di Oktyabrsky, nell’Oblast di Tver. Si trova vicino al deposito di armi di Toropets, uno dei più grandi arsenali russi, attaccato dai droni ucraini il 18 settembre. Secondo le autorità di Kiev, l’arsenale colpito mercoledì conteneva missili balistici, tra cui gli Iskander, missili antiaerei, munizioni di artiglieria e bombe guidate KAB.
Una fonte del Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU) aveva dichiarato che si è verificata una “detonazione molto potente” e che l’area colpita si estendeva su sei chilometri. Pure i satelliti della NASA hanno registrato un’impennata dell’attività termica nell’oblast di Tver, dove si trova l’arsenale. Oggi, sabato il Ministero della Difesa britannico ha segnalato che la serie di scoppi è stata così potente da causare un terremoto di 2,7 gradi sulla scala Richter nella regione.
In totale, a Toropets erano immagazzinate circa 30’000 tonnellate di munizioni, sufficienti per condurre attacchi contro l’Ucraina per mesi.
Ucraina, il reportage da Pokrovsk
SEIDISERA 19.09.2024, 18:26