Se quest’estate doveste avere l’occasione di incamminarvi per sentieri alpini al di sopra dei 1’400 metri d’altitudine, guardatevi attorno. Vi capiterà forse di notare una conifera dagli aghi verde pallido, lunghi tra i 2 i 4 centimetri, raggruppati in ciuffi e con una caratteristica inconfondibile: a differenza di quelli di abete, sono sottili, si piegano e, soprattutto, non pungono. Avrete così la conferma di essere di fronte a un larice, o Larix decidua, nome botanico che ne descrive il tratto più tipico: quello di perdere gli aghi d’inverno, a causa della sua incapacità di assorbire l’acqua dal terreno dopo le prime notti di gelo. Proprio questa peculiarità permette alla pianta di sopportare temperature fino a -50 gradi. Una resistenza che le consente di crescere fino a 2’500 metri d’altitudine, negli spazi che precedono il limite del bosco.
Le foglie del larice sono raccolte a mazzetti di 25-30 aghi. I fiori femminili sono rosa-violacei, e dopo l’impollinazione si trasformano in piccole pigne
Il larice, pianta dei record
Il larice è una delle specie arboree più antiche al mondo. La sua storia sul nostro pianeta inizia infatti ben 60 milioni di anni fa. Dall’Asia l’albero si è spinto lentamente verso territori sempre più occidentali, fino a giungere sulle Alpi. In Svizzera occupa oggi il 4 percento della superficie boschiva nazionale, crescendo specialmente in tutto il Vallese e nelle vallate montane del Ticino e dei Grigioni. Questa conifera raggiunge i 25-45 metri di altezza e arriva fino a 1 metro di diametro. Con un po’ di fortuna, potreste imbattervi persino in un esemplare monumentale, come quello che si può osservare ai bordi della diga del Sambuco, in Val Lavizzara, raccontato recentemente in “Liber”, nuova serie estiva di Rete Due dedicata a dieci alberi speciali della Svizzera italiana.
Larice
Liber 27.06.2025, 11:00
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Un albero dalle strabilianti proprietà
Passeggiare in un lariceto è un’esperienza inebriante. La pianta emana fragranze delicate e resinose, mentre la luce del sole filtra attraverso le chiome piuttosto rade e irregolari. I larici hanno bisogno di luce, e quindi non crescono mai troppo vicini l’uno all’altro. Ciò rende il sottobosco ricco di flora, a completare il quadro bucolico descritto precedentemente.
Responsabile del profumo caratteristico della pianta è la sua resina, a cui sono associate le proprietà benefiche e terapeutiche di questa conifera. L’unguento estratto dal larice contiene fino al 20% di olio essenziale e oltre il 50% di acidi resinici. I suoi prodotti derivati sono molto apprezzati nel settore della cosmesi o come diffusore di profumo per ambienti.
Il larice
Il magico mondo degli alberi 09.01.2024, 20:10
Ma le proprietà sorprendenti del larice non finiscono qui. Il legno di larice, dopo il tasso, è il più pesante e durevole tra i legni di conifera autoctoni. Resistente agli agenti atmosferici, è frequentemente impiegato in edilizia per le strutture portanti di tetti e pareti. La sua tonalità rossastra vivace lo rende anche ideale per la produzione di scale, parapetti, telai di porte e finestre, oltre che per pavimenti e mobili.
Il futuro del larice
L’impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo sul larice ed altre piante alpine è già osservabile: da tempo si nota un innalzamento delle zone di vegetazione. Sull’Adamello, in Trentino, la presenza di un larice è stata registrata a quota 3’130 metri sul livello del mare. Viceversa, la sua presenza a basse quote viene vieppiù sostituita da latifoglie.
Ma la più grande minaccia, per il larice così come per altre piante nel contesto alpino, è la siccità. In assenza di precipitazioni, il larice è portato a chiudere gli stomi per ridurre l’evaporazione al minimo. Questo gli impedisce di assorbire l’anidride carbonica di cui ha bisogno per produrre, attraverso la fotosintesi, zuccheri che lo facciano crescere. Di conseguenza, gli alberi crescono male, perdono vitalità e sono più soggetti a parassiti e malattie.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/ambiente/Le-mille-vite-di-un-bosco--2531815.html
Anche in futuro, il larice, reduce dai suoi 60 milioni di storia, continuerà a esistere. Radici profonde in grado di raggiungere le zone più umide del terreno e una corteccia spessa per proteggersi dall’irraggiamento solare sono solo alcuni degli strumenti che ha a disposizione per difendersi, nella speranza di poter continuare a godere degli angoli di natura unici che il larice è in grado di offrirci.