Il suo nome scientifico è Drosophila melanogaster e ha una grande qualità: riesce a deporre fino a 600 uova alla volta che si schiudono dopo sole 24 ore. In una sola settimana i nuovi nati sono a loro volta in grado di deporre altre uova. Un breve ciclo riproduttivo che non solo spiega la velocità con cui colonizzano i nostri ambienti domestici, ma anche l’interesse della scienza verso un loro utilizzo in laboratorio, dove possono essere condotti esperimenti su vasta scala.

I moscerini della frutta, organismi modello per la ricerca scientifica
Le somiglianze genetiche
A rendere interessante un loro impiego nell’ambito della ricerca sull’uso di sostanze stupefacenti c’è però un altro fattore che avvicina i moscerini all’essere umano: essi condividono con l’uomo il 75% dei geni coinvolti nei meccanismi di dipendenza. La possibilità di poter studiare da vicino gli effetti del consumo di cocaina potrebbe fornire interessanti risposte, ma c’è un inconveniente: i moscerini della frutta presentano una naturale repulsione verso questa sostanza. Gli insetti sono evolutivamente predisposti a evitare le tossine delle piante, e la cocaina è una tossina vegetale.

Moscerini della frutta e cocaina
Setteventi 03.06.2025, 07:20
Contenuto audio
La soluzione dell’ingegneria genetica
È in questo filone di ricerca che si inserisce lo studio di un team di ricercatori dell’Università dello Utah, negli Stati Uniti, che è riuscito ad aggirare questa barriera. In che modo? Gli scienziati hanno constatato che, di fronte alla possibilità di scegliere tra acqua zuccherata e acqua zuccherata con cocaina, i moscerini della frutta sceglievano costantemente l’opzione senza droghe, anche quando erano stati precedentemente esposti alla cocaina. Questo perché i moscerini hanno i recettori del gusto sulle loro zampe (i segmenti tarsali): attivandosi i recettori del gusto amaro, in condizioni normali preferiscono evitare l’acqua zuccherata con cocaina. È come se noi potessimo percepire il gusto con la nostra mano, decidendo di non mangiare del cibo dal gusto sgradevole prima di metterlo in bocca.
Attraverso complesse tecniche di ingegneria genetica, il team di scienziati è riuscito a “silenziare” i geni responsabili delle strutture nervose associate alla percezione del gusto, inibendo di fatto la repulsione verso la sostanza amara. Sono così bastate 16 ore agli esemplari di Drosophila per sviluppare una preferenza per l’acqua con la cocaina disciolta.
I moscerini della frutta e gli esseri umani reagiscono alla cocaina in modo simile: a basse dosi (immagine al centro) iniziano a muoversi in circolo con una certa euforia; a dosi molto elevate (a destra), si registra una sorta di paralisi.
Nuova speranza per la lotta alle dipendenze
Secondo il team di ricerca questa scoperta favorirà una rapida accelerazione dello studio dei meccanismi alla base delle dipendenze. Sotto la lente dei ricercatori, ci sono in particolare i fattori di rischio genetici: è risaputo infatti che la propensione al consumo di cocaina ha anche un’origine ereditaria. Identificando i geni di rischio in organismi poco complessi come i moscerini della frutta, gli scienziati sperano di poter facilitare lo sviluppo di terapie mirate per l’essere umano.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/scienza-e-tecnologia/Il-moscerino-della-frutta-ispira-l%E2%80%99esplorazione-di-altri-pianeti--2731444.html