Salute

Dopo il Covid la salute degli svizzeri è peggiorata

Secondo uno studio di Sotomo, il 34% dei cittadini elvetici ritiene di non star bene o di sentirsi malato - Tre anni fa erano il 22%

  • 18 settembre 2023, 12:59
  • 26 settembre 2023, 09:56
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Tra i sintomi più frequenti la stanchezza e l'esaurimento

  • iStock
Di: ATS/RedMM

La pandemia è alle spalle, ma gli svizzeri non godono di ottima salute. Secondo uno studio del gruppo CSS il 34% dei cittadini elvetici dichiara di non sentirsi in salute o addirittura malato, mentre tre anni fa la percentuale era del 22%.

Nella categoria degli over 65 il peggioramento è il più marcato: il 46% contro il 30% nel 2020.

Dallo studio condotto da Sotomo, pubblicato lunedì, emerge che i giorni di malattia per gli adulti con più di 65 anni sono passati da 2,6 nei periodi prepandemici e durante il coronavirus a 4,5 nel 2023, ossia più del doppio. Gli anziani sono i più resistenti alle malattie di natura psichica, ma il 39% di essi non si rivolge a figure professionali quando sarebbe necessario.

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I sintomi segnalati più frequentemente sono la stanchezza e l’esaurimento (68% dei casi): non è da escludere che quest’ultimo possa essere collegato al lascito del Covid. Il dolore (48%), le malattie infettive (41%) e lo stress (40%) seguono nella lista. Lo stato di salute cattivo influisce sulla qualità e la quantità nel sonno, nonché sulle attività fisiche e sulla socialità.

Più giovani adulti con problemi psichici

La salute mentale è una grande sfida per la Svizzera del 2023: i cittadini che si ritenevano in buona salute psichica erano circa tre su quattro due anni fa, mentre nel 2023 sono solo due terzi. Le malattie in questo ambito sono accusate soprattutto dai giovani adulti, anche se il loro umore è in leggero aumento. Ciononostante, solo il 38% della popolazione tra i 18 e i 35 anni di età si rivolge a specialisti del settore e fra chi lo fa circa il 50% non trova il supporto sperato.

Stressate tra lavoro e famiglia

Il connubio di stress lavorativo e domestico affligge specialmente le donne dai 41 ai 50 anni di età, che risultano essere la categoria con l’umore più basso. Tre persone intervistate su quattro ritengono che il lavoro flessibile sia benefico dal punto di vista psichico e permetta di conciliare la vita lavorativa con quella privata: questa percezione è diffusa soprattutto tra le donne, che tuttora devono occuparsi dei lavori di cura. In generale, di tale categoria anagrafica, quelli che si reputano in buona salute mentale sono passati dal 75% di due anni fa al 67% nel 2023.

L’inchiesta svolta online da Sotomo, durante il mese di giugno, ha raccolto le testimonianze di 2’432 persone nelle tre principali regioni linguistiche. Il margine di errore è di +/- 2 punti percentuali.

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