Salute

Il nervo vago

È una sorta di linea telefonica, bidirezionale, che collega il cervello al cuore, allo stomaco e a molti altri organi. Diffusa fra le viscere, la scienza cerca di conoscerla meglio

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Il nervo vago

Il giardino di Albert 13.12.2025, 16:55

  • ©doc.station GmbH / Matthias Mach
Di: Red. Il giardino di Albert/Davide Conconi 

Il nervo vago è una specie di un “super-nervo” che svolge un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio del nostro organismo. Non è solo il nervo del riposo e della digestione, come spesso viene definito, ma sarebbe un vero e proprio regolatore della salute.

Un direttore d’orchestra silenzioso

Il sistema nervoso autonomo, chiamato così perché regola tutte le attività dei nostri organi senza l’intervento della nostra volontà, è suddiviso in sistema parasimpatico e simpatico. Il nervo vago è il principale attore del sistema nervoso parasimpatico, responsabile delle funzioni di recupero e rilassamento. Lavora in sinergia con il sistema simpatico che, invece, quando siamo sotto stress, accelera il battito cardiaco, aumenta la pressione e sospende la digestione: è la modalità “attacco o fuga”. Terminata la sfida, il nervo vago interviene per riportare la calma: rallenta il cuore, favorisce la respirazione profonda e riattiva la digestione. In altre parole, è il nostro “freno biologico” ed è cruciale per l’omeostasi, la capacità di mantenere costanti le proprie condizioni interne, nonostante le variazioni dell’ambiente esterno.

Una delle categorie professionali che subisce maggiormente lo stress è quella dei sanitari che lavorano in strutture di pronto soccorso. In questo contesto, lo studio dell'attività del nervo vago è particolarmente importante

Una delle categorie professionali che subisce maggiormente lo stress è quella dei sanitari che lavorano in strutture di pronto soccorso. In questo contesto, lo studio dell'attività del nervo vago è particolarmente importante

  • doc.station GmbH / Jonny Müller-Goldenstedt

Un nervo difficile da monitorare e studiare

Il nervo vago che è il più lungo nervo cranico, si origina nel tronco encefalico, una parte molto antica, evolutivamente parlando, del nostro cervello. Da lì si dirama in tutto il corpo e praticamente in tutti gli organi, emettendo fibre motorie, che attivano muscoli e ricevendo fibre sensoriali che raccolgono informazioni, tra gli altri, dal cuore, dai polmoni e dall’apparato gastrointestinale. Da qualche anno, la ricerca ha messo in evidenza anche alcune connessioni con parti superiori del cervello che regolano il pensiero e la memoria. Perciò, il nervo vago non è solo una “sonda” che monitora i parametri del corpo, ma avrebbe un ruolo attivo come regolatore della salute.

Il nervo vago si insinua in tutti gli organi, trasmettendo informazioni al cervello e portando stimoli agli organi stessi

Il nervo vago si insinua in tutti gli organi, trasmettendo informazioni al cervello e portando stimoli agli organi stessi

  • doc.station GmbH / Matthias Mach

Sebbene il nervo vago sia indagato scientificamente da oltre un secolo, con il suo dedalo di diramazioni nel profondo del nostro corpo non è facile da studiare né da monitorare. La salute del nervo vago, però può essere monitorata indirettamente attraverso la variabilità della frequenza cardiaca (HRV), che misura le variazioni negli intervalli tra i battiti cardiaci. Un’alta variabilità indica un nervo vago attivo e un sistema nervoso parasimpatico efficiente, segno di buona adattabilità e salute. Al contrario, una ridotta variabilità della frequenza cardiaca è associata a un aumento del rischio di malattie croniche come ipertensione, infarto e obesità.

Per stabilire quanto sia attivo il nervo vago, si può misurare la frequenza cardiaca e soprattutto la variabilità della distanza tra due battiti del cuore

Per stabilire quanto sia attivo il nervo vago, si può misurare la frequenza cardiaca e soprattutto la variabilità della distanza tra due battiti del cuore

  • doc.station GmbH / Jonny Müller-Goldenstedt

Implicazioni cliniche e terapeutiche della stimolazione del nervo vago

La stimolazione del nervo vago (VNS) è una tecnica terapeutica, applicata anche in Svizzera, che ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento di diverse patologie. Già da 30 anni, come viene indicato nel documentario correlato a questo articolo, la VNS viene impiegata per trattare l’epilessia farmaco-resistente, riducendo la frequenza e la gravità delle crisi. In questi casi, un generatore a batteria - una sorta di pacemaker - viene impiantato sotto la clavicola e collegato al nervo vago sinistro tramite elettrodi, che inviano impulsi elettrici al cervello.

Radiografia che mostra un dispositivo per la stimolazione del nervo vago in caso di epilessia

Radiografia che mostra un dispositivo per la stimolazione del nervo vago in caso di epilessia

  • IMAGO / Connect Images

La VNS è stata approvata anche per il trattamento della depressione cronica farmaco-resistente, agendo sulle aree cerebrali coinvolte nella regolazione dell’umore, del sonno e dell’appetito. Studi indicano che la VNS può migliorare la connettività funzionale dell’amigdala, una regione cerebrale legata alle emozioni, e ridurre i sintomi depressivi e l’ansia.

Recentemente, la ricerca si è concentrata sul ruolo del nervo vago nel Long Covid, una condizione caratterizzata da sintomi persistenti dopo l’infezione acuta da SARS-CoV-2. Si ipotizza che la disfunzione del nervo vago possa essere alla base di alcuni sintomi come affaticamento, nebbia cerebrale e disfunzione autonomica. Studi pilota hanno mostrato miglioramenti significativi in queste condizioni con la stimolazione del nervo vago, suggerendo un potenziale effetto antinfiammatorio e di ripristino dell’equilibrio tra sistema nervoso simpatico e parasimpatico.

Come stimolare il nervo vago nella vita quotidiana

Oltre alle terapie mediche, esistono diverse pratiche che possono favorire l’attivazione del nervo vago e migliorare il suo tono. La respirazione diaframmatica lenta e profonda, in cui l’espirazione è più lunga dell’inspirazione, è uno dei metodi più efficaci per stimolare il sistema nervoso parasimpatico e indurre il rilassamento. Questa tecnica può aiutare a gestire puntualmente l’ansia e lo stress.

L’esercizio fisico regolare, in particolare quello legato agli sport di resistenza, contribuisce a rendere il nervo vago più adattabile. Anche attività come il canto corale, che implica una respirazione prolungata e coordinata, e la musicoterapia, possono attivare il nervo vago e favorire il benessere psicofisico. L’esposizione al freddo, come immergere l’avambraccio in acqua ghiacciata, può attivare il nervo vago e migliorare la capacità del corpo di recuperare dallo stress.

Anche una regolare attività fisica nella natura stimola il nervo vago

Anche una regolare attività fisica nella natura stimola il nervo vago

  • IMAGO / Henricus Lüschen

Ultimamente, inoltre, grazie alla spinta di influencer sui social media, sono apparsi sul mercato numerosi dispositivi elettronici (anche piuttosto cari…) che propongono una stimolazione esterna del nervo vago, grazie all’applicazione di elettrodi nelle parti del corpo (principalmente collo e orecchie) dove il nervo scorre quasi in superficie. È importante sottolineare che, sebbene molti di questi apparecchi commerciali promettano rilassamento e guarigione tramite la stimolazione del nervo vago, praticamente nessuno è stato clinicamente testato.

È necessario specificare che la stimolazione del nervo vago, effettuata con un intervento chirurgico che applica degli elettrodi direttamente a una fibra del nervo, è una tecnica molto più sofisticata di quanto proposto commercialmente in Internet. Soprattutto, la stimolazione proposta dai neuro-centri ospedalieri è continuativa. L’apparecchio stimola il nervo, per esempio, per 30 secondi ogni 5 minuti, per tutte le 24 ore, ogni giorno. E anche in questi casi, spesso, per vedere i primi benefici bisogna attendere mesi. Tutto quanto proposto in internet, dalle tecniche di respirazione, all’immersione del viso o parti del corpo in acqua ghiacciata, al dispositivo elettronico da applicare al collo o alle orecchie, ha un effetto molto ridotto nel tempo e non permanente. Certo, non bisogna solo criticare l’impiego di tutte queste tecniche, perché hanno perlomeno il pregio di portare l’interesse della persona sul benessere personale e sull’esigenza di calmare lo stress, almeno per qualche minuto al giorno. Ma, non è certamente opportuno alimentare illusioni su risultati permanenti e spettacolari sull’organismo e sulla propria salute. Per giunta, la ricerca scientifica è ancora agli inizi per comprendere appieno i meccanismi del nervo vago e come influenzarlo efficacemente per scopi terapeutici. Tuttavia, le nuove tecnologie di indagine scientifica e la crescente attenzione verso questo “tuttofare” del nostro corpo ci fanno ben sperare in nuove prospettive per la medicina e il benessere.

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