In Svizzera, nel 2022 il 7% di giovanissimi utilizzava i social media in modo problematico, rasentando la dipendenza. Questo secondo lo studio Health Behaviour in School-aged Children di Dipendenze svizzera. Si trattava di oltre 30mila adolescenti. Nel complesso una generazione sempre connessa, che trascura per l’online altre attività e che fa fatica a staccarsi dagli schermi del proprio smartphone.
I ragazzi ci passano almeno 3 ore al giorno, 4 nel fine settimana. Ad agganciarli è il funzionamento stesso del nostro cervello:” Quando guardiamo dei video che destano la nostra attenzione – afferma ai microfoni di Falò la neuroscienziata Rosalba Morese - il nostro cervello produce dopamina, un neurotrasmettitore che ci fa stare bene, come quando mangiamo la cioccolata, vinciamo soldi, abbiamo una gratificazione”.
L’impatto di un uso eccessivo dello smartphone è notevole. “Ci sono mamme che chiedono le vitamine per i figli, poi si scopre che invece il problema è un altro: rimangono fino a notte fonda davanti al telefonino” racconta Giacomo Nobile, pediatra in Capriasca, che riscontra anche problemi di vista e obesità per mancanza di movimento.
Per Alice, che ha ricevuto uno smartphone a undici anni: “Qualunque cosa si fa, ogni conversazione con gli amici riguarda il telefonino”. E i pericoli sono tanti. C’è chi, come Ambra, ha vissuto esperienze scioccanti “Stavo su Instagram e ho visto il video di un suicidio in diretta: ho avuto un attacco di panico e incubi nei giorni seguenti”.

Piattaforme e ambienti non sicuri
Le piattaforme più frequentate dai giovanissimi (che aggirano facilmente il limite di età dei 13 anni) non sono infatti ambienti sicuri. L’esperienza di Paolo Attivissimo, giornalista informatico, è al riguardo significativa: “Ancora adesso ci sono contenuti assolutamente inadatti ai minori. Ci sono contenuti violentemente sessisti, ci sono contenuti pornografici e quando vengono segnalati non vengono rimossi”.
Una cosa è certa: una parte rilevante dei giovani non sta affatto bene. Nella fascia 14-19 anni, secondo UNICEF Svizzera, quasi il 40% soffre di problemi di salute mentale e l’8% ha già tentato il suicidio. Colpa dei social? “Quello che noi possiamo dire è che il digitale è certamente un fattore di rischio conclamato che correla tantissimo con l’usura degli indicatori di salute mentale” ritiene lo psicoterapeuta Alberto Pellai.
Come controllare i figli?
Così, sempre di più, gruppi di genitori decidono di vietare ai propri figli l’uso di smartphone sotto i 14 anni e di social sotto i 16. In Ticino, sull’esempio di quanto già fatto in altri cantoni, gli adulti decidono quindi di sottoscrivere dei patti digitali: “È un accordo tra genitori e tra genitori e figli, su quando regalare uno smartphone: non prima dei 14 anni,” spiega Olivier Bremer, cofondatore dell’associazione Obiettivo 14+. Tra i firmatari Sandra Zollinger:“Sicuramente il problema principale è l’isolamento di questi ragazzi quando hanno tra le mani uno smartphone: non interagiscono, vanno in camera e non c’è più il controllo”.
In altre famiglie, invece, si preferisce monitorare l’uso dei dispositivi digitali attraverso il cosiddetto “parental control”: “Mia figlia – afferma Barbara Perri- non può scaricare giochi e applicazioni senza il nostro permesso”. Tuttavia, non sempre i limiti funzionano.

Verso nuove leggi
Intanto, ci sono governi che hanno già preso l’iniziativa: l’Australia è stata il primo paese a dotarsi di una legge che sancisce il divieto di social sotto i 16 anni. Anche in Svizzera si sta comunque pensando a un giro di vite sui social. E un altro inasprimento si vuole sull’uso dello smartphone a scuola: già vietato nelle medie, presto potrebbe essere bandito del tutto in Ticino nelle scuole dell’obbligo, come chiesto da un’iniziativa popolare lanciata da “Il Centro” all’inizio di settembre e sostenuta anche da altri partiti e da diversi rappresentanti della società civile.

A scuola senza smartphone
Falò 16.09.2025, 20:55







