Parlare più lingue aiuta il cervello a restare giovane più a lungo, secondo uno studio pubblicato da Nature Aging. L’effetto positivo del multilinguismo è stato confermato dai ricercatori anche tenendo conto di altri fattori, come istruzione, attività fisica o relazioni sociali.
Nella ricerca, un team internazionale ha analizzato i dati di 86’149 persone tra i 50 e i 90 anni provenienti da 27 Paesi europei. Gli studiosi hanno confrontato l’età effettiva dei partecipanti con indicatori biologici e caratteristiche comportamentali, come salute, forma fisica, stile di vita e attività sociale.
L’obiettivo era capire se una persona fosse biologicamente più giovane o più anziana rispetto alla sua età anagrafica e verificare se il multilinguismo fosse una variabile significativa per spiegare le differenze tra individui.
Lo studio ha concluso che le persone multilingue presentano una probabilità significativamente più bassa di “invecchiamento accelerato” rispetto a chi parla una sola lingua. Gli esperti spiegano che l’effetto del multilinguismo è proporzionale: più lingue si conoscono, maggiore è la protezione per il cervello.
La “riserva cognitiva”
Il gruppo di ricerca attribuisce questo effetto a una cosiddetta “riserva cognitiva”: l’idea è che chi parla più lingue disponga di una maggiore capacità di memoria con l’avanzare dell’età.
“Poiché tutte le lingue restano attive anche quando se ne usa solo una, ogni lingua aggiuntiva aumenta probabilmente le esigenze di esecuzione, attenzione e memoria, rafforzando così i meccanismi della riserva cognitiva in modo cumulativo”, spiegano gli scienziati.
“Gli effetti protettivi dovrebbero crescere man mano che si padroneggiano più lingue contemporaneamente. Questa interpretazione è coerente con i modelli di neuroplasticità (…) che sostengono come un impegno multilingue costante rafforzi le reti cerebrali grazie a uno stimolo cognitivo continuo. In effetti, le reti cerebrali interessate sono proprio quelle più vulnerabili al declino legato all’età, ai disturbi cognitivi lievi e alla demenza”, aggiungono i ricercatori.
Nuove piste per la ricerca
“L’effetto è chiaramente documentato, la sfida ora è capire i suoi meccanismi e tradurli in strategie per un invecchiamento sano”, scrivono i neuroscienziati Jason Rothman e Federico Gallo dell’Università di Lancaster in un commento allo studio.
Il multilinguismo potrebbe diventare uno strumento efficace per la salute pubblica, tanto importante quanto i programmi per promuovere l’attività fisica o per smettere di fumare.
I ricercatori vogliono ora studiare se l’apprendimento di nuove lingue in età avanzata abbia lo stesso effetto protettivo del multilinguismo praticato per tutta la vita.
Gli svizzeri monolingui sono una minoranza
Il team di ricerca internazionale ha analizzato i dati di oltre 86’000 adulti, tra cui 2’634 cittadini svizzeri. Secondo i dati dello studio, solo l’8,3% degli svizzeri dichiara di parlare una sola lingua. Il 19,7% ne parla due, il 35,5% tre, mentre il 36,5% più di tre. In altre parole, oltre un terzo dei cittadini parla tre o quattro lingue.
Dossier: come difendere l’Italiano in Svizzera
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