Bloccare la Posta e la sue ristrutturazioni: lo chiede una mozione approvata con una solida maggioranza dalla Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale. Una questione che nella mattinata di oggi (martedì) sarà al centro del dibattito parlamentare.
A far traboccare il vaso le ennesime chiusure di uffici postali annunciati nel maggio scorso dalla Posta, che rimane comunque presente sul territorio con 2000 sue filiali, e un’ordinanza del governo che permette all’azienda di essere un po’ meno puntuale nella consegna della corrispondenza.
Posta Quo Vadis?
Modem 10.09.2024, 08:30
Se approvata oggi in aula, questa mozione sarebbe una sorta di semaforo rosso per la Posta e per il suo direttore Roberto Cirillo: “Già oggi la Posta avrebbe perdite gigantesche se cinque anni fa qualcuno ci avesse detto di non trasformare e di non cambiare. E sarebbe la stessa cosa in futuro: se dovessimo fermare le ristrutturazioni, i cambiamenti e il miglioramento dei processi, la Posta nel giro di pochissimi anni si ritroverebbe a fare i conti con perdite gigantesche”.
Roberto Cirillo
Ma la Posta non avrebbe finalmente bisogno di un periodo di stabilità? “Sarebbe bello, se fosse possibile - dice ancora Cirillo - la realtà è che nei mercati in cui siamo attivi, che siano quello della comunicazione con le lettere o la comunicazione in generale, dal punto di vista digitale come quello della logistica soffia un vento molto rude. Non c’è modo di restare fermi, bisogna in continuazione lavorare sulla propria efficienza e sulle proprie strutture, altrimenti la qualità dei servizi diventa molto velocemente più scarsa e la stabilità finanziaria si perde molto rapidamente”.
Temi che saranno discussi oggi dal Consiglio nazionale. Una sorta di esame politico delle scelte strategiche della Posta in questi ultimi anni.